L’ultima mascherina. Il simbolo di una stagione che ci portiamo ancora dentro ma che un po’ come i dolori maggiori proviamo a dimenticare. Il presidio sanitario, quante volte all’inizio ci siamo chiesti cosa fosse, comincia ad abbandonare perfino gli ospedali.
L’obbligo, ricorderete, era fino al 30 aprile: e mentre la clessidra contava i minuti finali è arrivato l’annuncio del ministro. Non è ancora il "Mascherina libera tutti" ma quasi. Perché l’obbligo resta riservato solo a tre ambienti. Il primo scontato, i reparti di malattie infettive, la diga più importante contro la pandemia.
Il secondo è il pronto soccorso: lo spazio più gettonato e insieme quello dove gli incroci delle patologie sono fatalmente più numerosi. Anche se i percorsi Covid e non Covid si sono specializzati e raffinati nel corso del tempo e passando dalla fase di rodaggio dell’emergenza.
Il terzo ambiente dove le mascherine non caleranno è quello delle Rsa. Le case di riposo, insomma, lì dove le conseguenze della pandemia sono state più devastanti. E dove si concentrano tante fragilità. Gli ospiti, parenti in testa, dovranno continuare a dotarsi di mascherine.
Trovandole dove? E’ l’altra metà non del cielo ma di questo scenario. Perché la vendita è calata letteralmente a picco. Abbiamo provato a chiedere i dati di massima alle farmacie private, il mondo guidato ad Arezzo da anni da Roberto Giotti.
E il quadro è presto detto. Le farmacie nei momenti di punta di quel fenomeno che ci ha cambiato la vita arrivavano a venderne 700 la settimana. Fino a settecento per ogni farmacia, tutte le settimane. E le aziende private sono un centinaio.
Il calcolo è presto fatto: si parla di una stima di 70mila mascherine complessive in una settimana e senza considerare il mondo esteso delle municipalizzate. Un altro di quei dati davanti ai quali ora strabuzziamo gli occhi, come se fossero passati anni luce.
Bene, attualmente la vendita media oscilla intorno alle 20 mascherine al massimo. Il calcolo della percentuale di calo sarebbe da cifre vertiginose. Tanto che i due estremi si toccano.
All’inizio della corsa del Covid si faceva fatica a rifornire le farmacie e in certi momenti iniziali perfino gli ospedali per garantire un afflusso costante e sicuro di questi presidi. C’erano i tour nelle farmacie per fare una piccola scorta. Ora le carenze si ripetono al contrario: perché la richiesta è talmente bassa che gli esercizi finiscono per limitare al minimo la dotazione.
Un viaggio che già ha toccato tante tappe di ritorno alla normalità: e che ora ne conosce una davvero eclatante. Anche se le mascherine ci sono mille situazioni nelle quali potrebbero tornare utili, essere ripristinate a scanso di tutti i problemi. Si erano dimostrate decisive contro le malattie stagionali. E sotto sotto il Covid c’è ancora. Ma la la corsa alla "Mascherina libera tutti" è ormai travolgente.
Alberto Pierini