Arezzo, 13 febbraio 2024 – Operazione della Guardia di Finanza aretina per il contrasto del lavoro nero e dell’evasione fiscale. Sia nel capoluogo che in Valdarno sono state scoperte, complessivamente, imprese che impiegavano 139 lavoratori “in nero” o irregolari. In base agli accertamenti sono state evase imposte per oltre 3,3 milioni di euro e indennità di disoccupazione indebitamente percepite per 60.000 euro. Le fiamme gialle del comando provinciale hanno innanzitutto posto le loro attenzioni su una ditta gestita da un soggetto di etnia bengalese e con sede in Arezzo. In base a quanto appurato i dipendenti, di nazionalità bengalese, indiana e pakistana, erano stati sorpresi a lavorare, nel tardo pomeriggio di una giornata festiva, da una pattuglia del “117” del Gruppo di Arezzo, impiegata nell’ambito degli ordinari servizi di controllo economico del territorio. In particolare, i militari, erano stati attirati dalla presenza di numerose biciclette posteggiate nei pressi di un capannone che presentava al suo interno le luci accese.
Si sono fermati e hanno deciso di entrare, riscontrando la presenza dei lavoratori che stavano effettuando attività di saldatura dei vari componenti dei preziosi. Sul posto sono arrivate ulteriori pattuglie, per procedere all’identificazione e per acquisire documentazione da esaminare nei successivi approfondimenti. E’ stato accertato che, dei 39 lavoratori extracomunitari presenti, 24 erano completamente in “nero”, mentre i restanti 15 erano da considerarsi “irregolari”, in quanto il titolare dell’impresa, pur avendoli formalmente assunti, non aveva registrato la loro presenza nel “Libro Unico del Lavoro”. Per questo motivo, è stata inoltrata all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Arezzo una segnalazione per la sospensione dell’attività imprenditoriale, in quanto la forza lavoro impiegata in “nero” superava la percentuale del 10% dei lavoratori presenti al momento dell’accesso ispettivo. Al titolare sono state contestate sanzioni amministrative in materia di lavoro “nero” o “irregolare” per oltre 80.000 euro.
E’ stato inoltre denunciato per violazione delle normative che regolamentano l’occupazione di lavoratori extracomunitari, avendo impiegato, tra in “nero” e “irregolari”, 15 lavoratori, dei quali 1 era minorenne e privo di documentazione di soggiorno, 6 avevano attivato l’iter per il riconoscimento della protezione internazionale e non erano impiegabili, 8 avevano fatto ingresso nel Paese utilizzando il cosiddetto“decreto flussi”, ma senza poi porre in essere gli adempimenti previsti. Un ulteriore controllo eseguito dal Gruppo di Arezzo ha riguardato una ditta, anch’essa del settore orafo e con sede nella zona industriale del capoluogo, gestita da un soggetto pakistano che impiegava 4 lavoratori connazionali “in nero”. Anche in questo caso si è proceduto ad inoltrare al locale Ispettorato Territoriale del Lavoro una segnalazione per la sospensione dell’attività imprenditoriale. Successivi riscontri hanno permesso, poi, di appurare che 3 dei 4 lavoratori avevano attivato l’iter per il riconoscimento della protezione internazionale ed erano quindi impiegati anche in violazione delle normative che regolamentano l’occupazione di lavoratori extracomunitari. Il titolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica.
Infine, i finanzieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno, a seguito di verifiche fiscali nei confronti di 6 imprese edili del Valdarno aretino, hanno individuato complessivamente 85 lavoratori “in nero”, in gran parte italiani, 8 dei quali, sebbene formalmente disoccupati, percepivano indebitamente l’indennità mensile di disoccupazione (NASPI) per importi complessivi pari a 60.000 euro. Una delle imprese era “esterovestita. In base agli accertamenti delle fiamme gialle, per non risultare individuabile al fisco italiano, era stata fittiziamente localizzata in un Paese comunitario con una tassazione inferiore rispetto a quella italiana, nonostante fosse di fatto amministrata nel territorio nazionale. Nei confronti dei soggetti verbalizzati, anch’essi segnalati all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Arezzo, oltre a sanzioni amministrative in materia di lavoro “nero” per oltre 300.000 euro, sono state constatate imposte a vario titolo evase per circa 3.300.000 euro. Due amministratori sono stati inoltre denunciati alla Procura della Repubblica di Arezzo per reati fiscali. La Guardia di Finanza ricorda che i procedimenti pendono nella fase delle indagini preliminari e gli indagati devono presumersi innocenti sino ad eventuale pronuncia irrevocabile di condanna.