
Medico di base globetrotter: "Così il sistema si ingolfa"
Ha scelto di essere un medico di base, dopo essere fuggito dalla scuola di specializzazione in Chirurgia toracica a Perugia. Guido Santini, 31enne della provincia di Arezzo, dallo scorso anno è vicesegretario vicario e nella federazione toscana del Fimmg, l’associazione professionale nazionale e organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei medici di medicina generale che, sabato e domenica, terrà il suo primo congresso toscano, a Firenze.
Guido Santini è noto alle cronache nazionali perché la sua storia l’ha raccontata che Massimo Gramellini, nella popolare trasmissione che faceva su Raitre "Le parole". Raccontò la sua storia da globetrotter fra otto ambulatori in quattro comuni diversi del Casentino più impervio e dimenticato. Oggi parla da sindacalista della Fimmg.
Dottor Santini, recentemente sul nostro territorio sono andati in pensione ben 31 medici…
"Si tratta di un ricambio generazionale di cui eravamo a conoscenza. In certi casi la fatica post Covid, gli aumenti dal 2019 degli accessi ambulatoriali, hanno portato alcuni medici a scegliere la strada per la pensione mesi prima. Ma nuove forze stanno arrivando, con ogni probabilità non rimarranno zone scoperte".
Un ricambio generazionale che funziona quindi?
"Il corso di medicina generale dà risposte. Quello che è più complicato è l’impatto dei giovano con il carico di lavoro a cui sono destinati. Uscire dal corso e trovarsi difronte 1500 pazienti, a gestore più di un ambulatorio, non è semplice. E’ necessaria una più che buona preparazione e un’ottima forma mentis. Sono capitati, infatti, casi di abbandono".
Lei è un caso anomalo...
"Sì, lo riconosco. Gestisco otto ambulatori, oltre 1700 pazienti sparsi in diverse frazioni e località del Casentino e macino una media di circa 50 chilometri al giorno che in alcuni casi diventano anche cento per raggiungere i suoi pazienti".
Qual è il primo problema da risolvere per i medici di base?
"Che il sistema è ingolfato. Tutte le richieste passano da noi, i pannoloni, le ricette…. La popolazione invecchia e i modi per contattarci sono sempre di più. L’informatica non ha alleggerito il lavoro, anzi lo ha reso più pesante, perché una comunicazione che appare immediata e semplice ha moltiplicato le domande. Tutti scrivono e tutti vogliono una risposta e partono dal presupposto che il medico debba rispondere subito. Quini l’iper contattabilità, l’aumento dei bisogni, e l’aumento della burocrazia. Aggiungo il senso di incertezza e di ansia che si respira e che si ripercuote sui pazienti".