LUCA AMODIO
Cronaca

Meocci, maxi stangata. Il cumulo della pena è di 21 anni e 7 mesi. L’ultima del truffatore

Il Madoff della Valdichiana colpisce ancora: stavolta ad Alessandria. Nel mirino un imprenditrice: è un colpo da oltre 78mila euro . Lunedì l’udienza per l’inganno all’imprenditore milanese che rovinò.

Meocci, maxi stangata. Il cumulo della pena  è di 21 anni e 7 mesi. L’ultima del truffatore

La prossima udienza il 15 novembre a Firenze (foto di archivio)

Ventuno anni, sette mesi e dieci giorni. Sono gli anni di reclusione sul groppone di Roberto Meocci: classe 1966, il sinalunghese adottivo di Arezzo, è il Madoff della Valdichiana. Il re della truffa. Il suo curriculum sono le condanne a suo carico: otto ne conta l’ufficio esecuzioni penali della corte d’appello di Firenze. Ma queste sono soltanto quelle su cui i tribunali si sono pronunciati.

L’ultima vittima - o meglio, una delle ultime - è una donna di Alessandria. Meocci indossava gli abiti di un ben vestito - sedicente - avvocato Menarini, proprietario dell’omonima casa farmaceutica quando ha stretto la sua mano: "Sono interessato ai suoi affari, parliamone", le aveva detto in quei salotti del business off limits dove è difficile anche solo immaginare la presenza di un intruso. E invece così era: era il Maradona delle truffe.

L’imprenditrice alessandrina si occupa di moda ma ha anche un’attività nel mondo dei cosmetici. I suoi prodotti sono soprattutto creme. L’obiettivo concordato con il Meocci era vendere i prodotti in Inghilterra dove, diceva l’avvocato farlocco, di vantare grandi contatti e sbocchi commerciali di prestigio. "Un professionista: anche quando iniziavamo a dubitare manteneva la calma e manteneva perfetto il raggiro", ci racconta. Fatto sta che il bonifico parte: sono 78mila euro con un extra: un vestito per cani da 6mila euro (realizzato dalla stessa imprenditrice da un altro filone delle sue imprese). "Serve per un amico scozzese proprietario di oltre 100 farmacie dove ha anche dei petshop", aveva spiegato. La fantasia, sì: una delle armi più affilate del super truffatore.

Il periodo è quello del Covid e il finto Menarini rassicura ai primi dubbi: “i tempi sono lunghi per la pandemia, dovrò scendere da Londra con una valigia piena di documenti”. Ma altro che burocrazia, era un truffa. Quando l’imprenditrice se ne accorge scatta la querela. Ad assisterla oggi c’è l’avvocato Niki Rappuoli che ha già due clienti vittime di Meocci. Uno è un imprenditore lombardo che aveva adescato facendo finta di essere amico di Lotito; gli altri sono i fratelli Cantarelli eredi del marchio di grande moda i quali gli avevano intestato un bonifico da 140mila euro. Tra le promesse fatte anche quelle di realizzare alcune maglie del Milan. Lunedì prossimo è in programma l’udienza per il primo dove è attesa la sentenza; mentre per il caso Alessandria il fascicolo è a Firenze. A novembre se ne parlerà in tribunale e l’imprenditrice del nord Italia, il 15 del mese prossimo, racconterà quel che le è successo in aula.

Ma questi sono soltanto gli ultimi episodi di una serie da film. Negli anni il Meocci ha indossato i panni di figlioccio di Andreotti, intimo di Licio Gelli e ancora nipote di Massimo Moratti. Altro che doppia identità: lui ne ha decine. Una volta ha truffato anche la ’ndrangheta che non la prese bene: gli bruciò casa. Paura? Forse, ma a fargli passare la voglia solo la galera dove oggi è rinchiuso.