MASSIMO BAGIARDI
Cronaca

Merceria sfida la crisi da 77 anni: "Restano pochi clienti ma fedeli"

Il titolare Luigi Segoni racconta come è cambiata l’attività con l’avvento dei centri commerciali .

Merceria sfida la crisi da 77 anni: "Restano pochi clienti ma fedeli"

Merceria sfida la crisi da 77 anni: "Restano pochi clienti ma fedeli"

Una storia lunga 77 anni. La merceria Segoni di Levane è uno degli esercizi commerciali più longevi di tutto il Valdarno aretino, da ben quattro generazioni si porta avanti l’attività di famiglia aperta nel 1947 e tutt’oggi ancora in piedi nonostante le tantissime problematiche cui tutti i commercianti, soprattutto a causa della grande distribuzione, combattono giorno dopo giorno per non abbassare definitivamente la saracinesca. E’ sempre rimasta lì, nel suo punto storico in via di Bucine affianco della piazza principale del paese vendendo biancheria, articoli per il ricamo e altro ancora per cercare di soddisfare le richieste del cliente che cerca un qualcosa di diverso rispetto a quanto posso trovare dappertutto: "Ed è questo quello che cerchiamo di poter offrire alla nostra clientela" afferma il titolare Luigi Segoni che ripercorre le tappe dall’inizio dell’attività di famiglia: "Il tutto nasce dalla mamma di mio nonno che andava a vendere nelle aie dei contadini, successivamente proprio mio nonno Luigi dal quale ho ereditato il nome ha portato avanti l’attività passata a mio babbo Corrado che è andato avanti come ambulante e venditore all’ingrosso per poi aprire il punto vendita nel 1947. Sapete qual era la sua filosofia ? Lavorare tanto e guadagnare poco perché solo così è riuscito a farsi una clientela".

E nel suo genere era dei negozi più ricercati della zona: "Tanti erano coloro che si servivano da noi, ci voleva il numerino fuori dal negozio. Vendevamo merce che in pochi avevano ed era normale avere un così grande successo. Era un piacere stare a contatto con la clientela".

Gli anni però sono passati e la gente si è allineata al passo coi tempi: "Non c’è stato ricambio generazionale, non si trova più il cliente affezionato ma quello occasionale. Ormai la grande distribuzione ha messo tutti in ginocchio, anziché comprare un qualcosa di originale e più pregiato si entra in un qualsiasi punto vendita e ci si accontenta di quello che si trova negli scaffali. Oggi il mercato è cambiato, ormai determinati articoli si trovano dappertutto e giorno dopo giorno cerchiamo di poter andare avanti combattendo questa crisi che è piuttosto presente nel settore. La situazione è peggiorata dall’anno scorso e cammin facendo non credo che migliori, anzi".

Ma allora chi glielo fa fare di tenere aperto nonostante tutte queste difficoltà ? La risposta di Segoni viene perlopiù dal cuore: "Stringiamo i denti perché questa è un’attività di famiglia e che portiamo dentro di noi da sempre.

Andiamo avanti anche per cercare di passare il testimone a mio figlio, dovessimo fare i conti con la matita toccherebbe chiudere ma cerchiamo di sopravvivere offrendo prodotti che non si trovano in giro nei comuni supermercati, questo è il nostro segreto. Facciamo anche il mercato del sabato a San Giovanni proprio per vedere di poter continuare a restare aperti ma è sempre più difficile".