GAIA PAPI
Cronaca

Rischiò la morte per un malore: Michele rinasce e apre un locale

Il caso del giovane di Arezzo: andò in arresto cardiaco mentre era a cavallo. Ha dovuto dire addio alle gare di equitazione

Michele (secondo da sinistra) con la sua famiglia

Michele (secondo da sinistra) con la sua famiglia

Arezzo, 5 gennaio 2023 - In un anno festeggerà due compleanni. Prima quello da quando Michele è "risuscitato" dopo un bruttissimo incidente a cavallo. Poi a luglio l’ingresso nella maggiore età. Era il 7 gennaio 2022 quando Michele Scotto, 16 anni, promettente cavaliere, ebbe un malore all’Equestrian Center di San Zeno. Da quel giorno è stato sottoposto ad infiniti esami, alcuni dei quali pericolosi ed invasivi: biopsie, elettrostimolazioni. "Abbiamo preferito rischiare piuttosto che continuare a barcollare nel buio", ci ha spiegato il babbo Massimo che per quasi un anno ha vissuto senza sapere quale sarebbe stato il destino di suo figlio al quale è stato anche impiantato un defibrillatore sotto cutaneo.

E’ di questi giorni la risposta del cardiologo sportivo da cui Michele era in cura: il ragazzo è sano, non ha malformazioni, né malattie genetiche. Il che vuol dire via libera all’attività sportiva, ma non agonistica, proprio per quel defibrillatore, per lo meno in Italia. Stesso destino di Christian Eriksen, ex centrocampista dell’Inter, per questo costretto ad andarsene dal bel paese per poter giocare. Michele invece si ferma qui, e attacca al chiodo le redini.

Erano le 11.30 di un anno fa, Michele era in attesa del suo turno per entrare in uno dei campi gara del centro ippico di San Zeno. Improvvisamente stramazza al suolo mentre è in sella al suo cavallo. Subito c’è chi pensa a un leggero malore, chi addirittura a una crisi epilettica. Ma è qualcosa di più serio e molto grave. Il giovanissimo cavaliere resta a terra senza dare segni di vita. Era in arresto cardiaco.

C’era allora un assente nell’importante centro ippico, di cui nei giorni seguenti si sarebbe parlato: un defibrillatore, strumento salvavita di cui da anni si fa paladino Massimo Mandò, direttore dell’emergenza urgenza. Ora gli apparecchi sono addirittura due. Ma il caso o il destino vuole che quel giorno ci fossero due ragazzi, Sara e Massimo.

Due fidanzati, due frequentatori del centro, con una caratteristica decisiva: hanno appena finito di seguire un corso di primo soccorso. Sanno dove mettere le mani, quindi. Lanciano subito l’allarme al 118 e poi, guidati al telefono da un operatore, cominciano a praticare il massaggio cardiaco.

Si danno il cambio per quasi dieci infiniti minuti, tengono Michele in vita fino all’arrivo dei professionisti col defibrillatore. Subito dopo parte la corsa verso Le Scotte di Siena a bordo del Pegaso. Nella vita di Michele c’è un prima e un dopo quel giorno. I sogni a cui il talentuoso cavaliere stava dedicando tutta la sua vita, si spengono. Ma il dopo parla di un Michele vulcanico che, nonostante un destino ingrato, non si è abbattuto. In sella non più al suo cavallo, ma alla passione che sta caratterizzando tutta la sua giovane vita.

A marzo quel cavallo lo ha venduto, compagno di vita preso da giovane, pieno di difetti, e cresciuto con gioia e competenze tali da farlo diventare un campioncino. Se il dolore è stato grande, è stato però proprio grazie a quella vendita che Michele trova la sua nuova strada. Con l’aiuto della famiglia prende in gestione un locale nel cuore di Foiano, si chiamerà Beverya, e verrà inaugurato il 2 febbraio. Come faceva con i suoi cavalli, lo sta curando nei minimi dettagli con la passione che caratterizza la sua vita. Una inaugurazione dal doppio significato. Nell’occasione Michele farà un dono alla sua Foiano.

"Un defibrillatore che mancava quando Michele è stato male" spiega Massimo commosso. Quel giorno ci saranno Mandò e tutta la sua squadra. Insieme alla dottoressa che ha salvato la vita a Michele.