REDAZIONE AREZZO

Minaccia sugli orafi: "Ci serve solo stabilità"

La Cna: "Il valore dell’oro sale: è un bene rifugio"

L’ombra dei dazi si allunga sul distretto orafo aretino: una minaccia concreta per un territorio che ha circa 1200 aziende e che da solo rappresenta il 47% delle esportazioni nazionali del metallo prezioso. Ora che il prezzo naviga intorno ai 90 euro al grammo e che la minaccia dei dazi è concreta, addirittura fino al 25% evocato dalla Casa Bianca, l’attenzione degli imprenditori è alta.

"Già paghiamo il 5%, ora vediamo cosa deciderà davvero il presidente Trump. Ancora non ci sono certezze: dovremo verificare che impatto ci sarà con le nuove misure, sperando di non dover ridefinire le strategie di vendita in direzione di altri mercati, visto che per noi gli Stati Uniti sono il terzo mercato, dopo gli Emirati Arabi e la Turchia" spiega Mauro Benvenuto, presidente di Cna orafi e guida di turno della Consulta che mette insieme le tre associazioni di categoria del settore. Proprio la minaccia dei dazi spinge la quotazione dell’oro come bene rifugio: entro pochi mesi la soglia psicologica dei 100 euro al grammo potrebbe essere superata.

"Nemmeno questo è un particolare ostacolo per le aziende orafe che stanno comunque vivendo un momento delicato – conclude Benvenuto – posso solo aggiungere che Trump nella scorsa esperienza da presidente ha dato vita a un’economia forte, che ha portato ripercussioni positive anche sul mercato dell’oro, ci auguriamo che possa ripetersi. Al settore orafo serve solo stabilità ed economia di mercato".