
Il maresciallo Donato Amodio
Arezzo, 13 febbraio 2021 - Un placcaggio da Superbowl, una coltellata a un braccio e l’aggressore in carcere. È finita così, ed è andata bene, la notte di follia a Castiglion Fiorentino. Protagonista della vicenda è un nigeriano di 26 anni che ha minacciato con un coltello i componenti della famiglia con cui convive. Minuti di paura per un uomo, la moglie e la figlia di 4 anni, trincerati nella toilette e minacciati di morte dal coinquilino.
Nella vicenda c’è anche un terzo uomo che però fa perdere le tracce nel buio delle campagne. Tutto ha inizio poco dopo la mezzanotte di giovedì, quando arriva una chiamata al 112: «Venite subito, ci siamo chiusi in bagno, abbiamo paura». La voce è di un uomo, anche lui nigeriano; la situazione descritta è preoccupante. L’aggressore non è uno sconosciuto, vive nello stesso appartamento ed è in italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
E’ già noto alle forze dell’ordine, a suo carico precedenti per droga, ma non è chiaro se all’origine dell’alterco ci siano motivazioni legate ai trascorsi. Si sa solo che il giovane, un marcantonio di quasi due metri, è in stato di agitazione per l’assunzione di qualche sostanza, probabilmente alcol e che tiene in mano un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri.
Siamo in via Libertà, una strada residenziale nei pressi della provinciale per La Nave, nella zona a sud di Castiglioni L’area è caratterizzata da villette a schiera di recente costruzione, dove vivono diverse famiglie, fra queste anche quella dei nigeriani e del loro facinoroso coinquilino. Nella notte però nessuno dei vicini si accorge del fracasso in casa.
Sul posto arrivano due pattuglie dei carabinieri, il radiomobile di Cortona e un’altra auto con a bordo il maresciallo della locale stazione Donato Amodio che oltretutto non era in servizio. Giunti sul posto i militari hanno chiesto il supporto dei vigili del fuoco per aprire la porta ma all’arrivo dei pompieri erano già riusciti ad entrare. Dopo oltre un’ora di trattativa durante la quale il maresciallo Amodio cerca di convincere il ragazzo a calmarsi, la situazione degenera. Il militare gli parla in inglese e francese per farsi comprendere, ma l’uomo è fuori di sé.
Quando la situazione sembra calmarsi, scocca la scintilla, l’uomo sferra una coltellata dall’alto al basso, Amodio si para col braccio. I colleghi non possono usare le armi e nemmeno lo spray al peperoncino perché siamo al chiuso.
Dopo la colluttazione la trattativa riparte, a un certo punto l’aggressore si volta e viene placcato dai carabinieri che lo immobilizzano e lo ammanettano. Il maresciallo viene poi medicato al braccio dal 118, i sanitari visitano anche il padre della famiglia, che era rimasto ferito ad una mano nella prima fase dell’aggressione, mentre per l’aggressore si aprono le porte del carcere di Sollicciano con le accuse di resistenza, sequestro di persona e lesioni