REDAZIONE AREZZO

Misericordia e Istituto Agazzi, al via “La Piuma” il nuovo progetto d’inclusione sociale

Un laboratorio di piccolo artigianato dedicato a ragazzi speciali

La presentazione

La presentazione

Arezzo, 14 novembre 2024 – Si chiama La Piuma 

il  nuovo progetto d’inclusione sociale che vede l’Istituto di Agazzi affiancarsi alla Misericordia per un laboratorio di piccolo artigianato dedicato a ragazzi speciali. 

Si comincia sabato 16 novembre.  «Portando avanti il nostro progetto di sensibilizzazione al volontariato tra i giovani degli istituti scolastici del territorio ci siamo imbattuti in alcuni “ragazzi speciali” che hanno destato la nostra attenzione.

Non potevamo rimanere indifferenti – racconta l’ideatrice Erika Bartoli – ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un progetto completamente a loro. Nasce così “La Piuma” un progetto d’inclusione sociale per disabili cognitivi e fisici.» «Concretezza, innanzitutto – sottolinea il Governatore della Misericordia di Arezzo prof. Pier Luigi Rossi – cioè dare fattibilità e fruibilità a un progetto di volontariato di relazione particolarmente qualificato.

Questa è stata la priorità che ha visto la Misericordia di Arezzo agire in completa sinergia reciproca con l’Istituto di Agazzi per questa iniziativa cui vorremo assicurare continuità.» «Il primo passo infatti – prosegue Erika Bartoli – fu quello di chiedere se la cosa era fattibile a chi opera nel settore da decenni: l’Istituto di riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” di Agazzi.

Per questo fin da lunedì 20 maggio scorso ci siamo incontrati con il direttore sanitario dottor Fabrizio Giorgeschi, la dottoressa Valentina Albiani psicologa e il dottor Mirko Dai Pra psicologo. Fin da quell'incontro è nata la bellissima collaborazione che ci accomuna con un unico interesse reciproco: l'inclusione sociale e il benessere dei ragazzi disabili.»

«Al Centro di Agazzi è spettato il compito di candidatura e selezione del gruppo disabili – afferma il direttore sanitario dell’Istituto di Agazzi dr. Fabrizio Giorgeschi – nonché l'accompagnamento e il tutoraggio dei ragazzi durante tutti gli incontri. Grazie – e insieme – al personale volontario e tecnico della Misericordia di Arezzo e ai materiali forniti dalla Confraternita diamo vita a un laboratorio plastico di ceramica, decorazione tele e altri oggetti dal quale nasceranno piccoli manufatti.»

«La loro produzione – precisa Sara Duchi, rettore della Misericordia di Arezzo – sarà anche finalizzata a poter allestire un mercatino solidale durante le festività natalizie e le successive pasquali, così da poter recuperare le spese per i materiali di consumo. Il progetto dunque si autofinanzierà nel tempo.»

«Sono stati coinvolti alcuni volontari della nostra associazione e “clown-dottori” che hanno da subito offerto il loro tempo e le loro energie per il progetto. Si tratterà di incontri settimanali di 2 ore complessive e verranno svolti nella giornata di sabato dalle ore 15:30 alle ore 17:30. Sarà un laboratorio puramente manuale quindi senza l'utilizzo di macchinari.

Dopo attenta valutazione di diversi locali dove poter svolgere l’attività la scelta è caduta – per idoneità strutturale e logistica – sulla Chiesa dei Santi Lorentino e Pergentino, in via Cavour, Arezzo.» «L’inizio degli incontri è fissato per sabato 16 novembre e il progetto – dice il direttore sanitario della Misericordia di Arezzo il rettore dr. Marco Feri – avrà non solo la continuità attuativa della prima serie d’incontri ma anche un proseguimento nel tempo più a lunga scadenza, come giustamente richiesto dal personale del Centro di Agazzi.

Rappresenta bene anche la volontà della Misericordia di Arezzo di diversificare i servizi della propria offerta socio-assistenziale. Ad oggi i volontari disposti a lavorare a tale progetto sono circa 20 (alcuni dei quali esperti di “clown therapy”), per questo verranno fatte delle turnazioni per poter coprire tutte le date e tutti gli impegni.

Sono stati individuati e contattati anche dei tecnici che hanno offerto il loro operato e la loro esperienza al servizio della buona causa, in via del tutto volontaria.» Ma perché “La Piuma” in nome e immagine? «Perché – risponde Sara Duchi, rettore della Misericordia dedicata al progetto – la piuma è un simbolo di leggerezza, di libertà e di delicatezza. Proprio come una piuma, i nostri ragazzi sono unici e speciali e meritano di essere trattati con la massima cura e attenzione.

All’approssimarsi delle festività a cui la piccola produzione artigianale sarà di volta in volta dedicata sono previste anche occasioni di animazione e intrattenimento finalizzate alla messa in mostra, distribuzione e consegna dei manufatti ai cittadini. Contiamo infatti che l’intero progetto contribuisca a rinsaldare ancor più fortemente i secolari legami della Misericordia di Arezzo con la nostra stupenda città.»