Trovare soluzioni concrete alla crisi che sta affrontando il comparto moda. È questa la richiesta emersa nell’incontro di ieri tra i rappresentati delle categorie economiche, i sindaci del Valdarno, l’onorevole Tiziana Nisini e il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon, quest’ultimo collegato in videoconferenza. Il vertice ha fatto seguito all’introduzione della cassa Covid per le imprese fino a 15 dipendenti operanti nel settore moda. Una soluzione per tamponare l’emergenza nel breve periodo, ma che necessita di misure strutturali da mettere in campo in futuro. "Il Valdarno non è un distretto, bensì una filiera di produzione per quanto riguarda questo settore - ha spiegato Federica Vannelli, rappresentante delle categorie economiche del Valdarno a margine del faccia a faccia - Nella nostra zona 1 famiglia su 4 è impiegata nel settore della moda e proprio per questo motivo il sottosegretario Durigon e l’onorevole Nisini hanno riferito che porteranno all’attenzione del Parlamento le nostre proposte: rianalizzare i codici Ateco e attivare un’interlocuzione con il sistema bancario".
Tra i primi cittadini presenti è intervenuta Silvia Chiassai Martini, che ha tenuto le fila dell’incontro. "La moda - ha sottolineato - è un settore fondamentale per la vallata, perché qui si progetta, si produce e si arriva fino al packaging e all’allestimento dei negozi. Il sottosegretario ha dato disponibilità a rinnovare la cassa integrazione per il 2025 e ad istituire un tavolo-Valdarno con il Mef". Nisini ha assicurato l’impegno del governo nel recepire gli stimoli provenienti dalla vallata. "Come parlamentare del territorio - ha fatto sapere l’esponente della Lega - farò da garante affinché queste proposte a breve e lungo termine arrivino all’attenzione del governo". A sollevare critiche sono stati i sindacati, che nella giornata di ieri hanno diffuso una nota esprimendo scetticismo sul complesso dell’operazione. "Seppur non disdegnando qualsiasi forma di aiuto, ci saremmo aspettati un aiuto più consistente e soprattutto che questo intervento fosse rivolto all’intero comparto della moda e alla sua filiera – ha precisato Elisa Calori, segretaria Filctem Cgil Arezzo – Quindi non solo a specifici codici Ateco che ad oggi vanno ad escludere pelletteria e concia". Forte preoccupazione si registra anche nelle imprese metalmeccaniche, visto che la produzione di accessori in metallo è una componente significativa del sistema produttiva non solo del Valdarno ma dell’intera provincia. La Cgil ha chiesto quindi un’attenta verifica del provvedimento varato dal Consiglio dei ministri che prevede ad oggi otto settimane di cig per fronteggiare la crisi occupazionale del comparto moda.