Avrebbe palpeggiato una giovane mamma al supermercato e poi ha aggredito un addetto alla sicurezza : calci e pugni, al volto dell’uomo che era arrivato per placare gli animi. Ieri il quarantenne è stato rinviato a giudizio: andrà a processo e dovrà rispondere di violenza sessuale, minaccia aggravata e percosse.
È dal tribunale di Arezzo che arriva un’altra storia di violenza sessuale, o meglio di presunta violenza sessuale visto che tutto dovrà essere accertato in aula. Fatto sta che tra le varie udienze di ieri in programma al giudice per le indagini preliminari, tre avevano come ipotesi di reato il 609 del codice penale. Si tratta di tre casi di palpate nella parti intimi: due a danni di donne, una a danni di un uomo, ma tutte con un uomo imputato nel procedimento. Tra questi, un quarantenne di origini italiane, con alle spalle precedenti per aggressione e minaccia, è stato rinviato a giudizio dal gip Giulia Soldini. Dovrà rispondere di violenza sessuale, minaccia aggravata e percosse davanti al collegio di tre giudici il gennaio prossimo.
Era il maggio scorso quando l’uomo entrò in un supermercato della città. Alla cassa c’era una donna che stava pagando il conto. Stando al racconto della donna formalizzato nella querela, lui si sarebbe diretto da lei e avrebbe affondato le mani sulle sue parti intime. La giovane mamma rimane sbigottita, quando arriva il marito gli racconta tutto. Il molestatore che era rimasto lì nei paraggi si accorge che lo stanno fissando e allora va alla carica. Partono le minacce all’uomo. "Lo rifaccio ancora", avrebbe anche detto. Tutto davanti ala bambina che si spaventa, inizia a piangere.
L’atmosfera si fa tesa e anche chi è lì intorno si sofferma a guardare, qualcuno capisce che è meglio chiamare la polizia. Intanto interviene un addetto alla sicurezza. Ma non basta. Anzi, inizia ad aggredirlo: prima gli rivolge minacce pesanti e poi, come se non bastasse, calci e pugni. Anche al volto. Le botte finiscono quando arrivano gli agenti della Questura. Lo identificano. La ragazza rimane turbata e per un po’ avrà anche paura ad uscire di casa. Poi però denuncia il fatto, assistita dall’avvocato Antonio Panella, e la vicenda arriva in tribunale. La pm Elisabetta Iannelli chiede e ottiene il rinvio a giudizio. L’uomo andrà a processo. "Dobbiamo auspicarci che fenomeni di violenza come questi vengano sempre denunciati in modo da permettere le autorità a perseguire gli autori di tali condotte", commenta il legale della ragazza che si è costituito parte civile.