CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Montedoglio, diga al massimo livello: "Non ci saranno problemi in estate"

Simone Viti, presidente di Ente Acque Umbre Toscane fa il punto sulla fase di collaudo dell’invaso .

Simone Viti, presidente di Ente Acque Umbre Toscane e lo stato dell’invaso e il collaudo delle opere è già stato ultimato e superato a pieni voti

Simone Viti, presidente di Ente Acque Umbre Toscane e lo stato dell’invaso e il collaudo delle opere è già stato ultimato e superato a pieni voti

Mancano poco più di 70 centimetri alla diga di Montedoglio per raggiungere il livello massimo da quando è stato ricostruito il muro di sfioro dopo il cedimento dei tre conci nella oramai famosa notte fra il 29 e il 30 dicembre 2010. Detta così, sembra cosa da poco, non fosse per i 10 milioni di metri cubi di acqua che corrispondono in volume a questa misura. È chiaro comunque che, in attesa di quell’ultimo esame non superato oltre 14 anni fa, gli agricoltori in primis possono stare oltremodo tranquilli: gli unici problemi che non esistono sono infatti quelli di approvigionamento, quasi al termine di un inverno scarsamente nevoso ma in compenso alquanto piovoso.

Pochi giorni fa, l’acqua contenuta nel bacino artificiale della Valtiberina aveva toccato quota 392,85 metri sul livello del mare, mentre il massimo autorizzato verrà raggiunto a 393,60, pari a oltre 140 milioni di metri cubi. "Se le condizioni atmosferiche lo permetteranno – ha spiegato l’ingegner Simone Viti, presidente di Ente Acque Umbre Toscane – faremo una certificazione di invaso, in quanto il collaudo delle opere delle opere in cemento armato nella parete crollata è già stato ultimato e superato a pieni voti".

Le previsioni attuali inducono a ritenere che la quota massima potrebbe essere raggiunta già prima dell’inizio della stagione irrigua (15 maggio), anche se lo stesso presidente Viti predica calma e ricorda che, una volta arrivati a 393,60 metri sul livello del mare, la diga dovrà tracimare per una decina di giorni: l’acqua dovrà cioè superare il muro e finire nel canale di scolo, dopodichè il livello verrà abbassato di circa un metro. "Stiamo adesso raccogliendo alcuni dati che ci vengono forniti da sensori posizionati nel lago – ha precisato l’ingegner Viti – e che verranno confrontati con quelli degli ultimi venti anni. La commissione del ministero avrà poi sei mesi a disposizione per la stesura del verbale e per il rilascio del certificato di invaso. Tutto sarà possibile, però, qualora l’evoluzione del meteo fosse favorevole, ossia alta pressione e non cambi improvvisi che riportino temporali o neve; nel contempo, dovremo sempre assicurare il rilascio dell’acqua sul Tevere". Dal presidente di Eaut, la conferma a quanto sopra affermato sulle certezze relative all’uso della risorsa: prioritario quello idropotabile sull’irriguo, con garanzie per entrambi.