Arezzo, 04 dicembre 2024 – L'associazione Memoria Rossoblù - Storia dell'Aquila Montevarchi - a 80 anni dalla tragica scomparsa, dopo un derby con la Sangiovannese del 10 dicembre del 1944, ha organizzato una serata per ricordare Renato Pieraccioli, ex allenatore rossoblù. Venerdì 6 dicembre, alle ore 18, presso il locale ViaRoma7, sarà presentato il libro "Renato Pieraccioli. Un uomo, un padre, uno sportivo. Il mistero del derby e la scomparsa di un allenatore". Pieraccioli, nato a Pistoia il 7 dicembre 1904, si libera a Montevarchi nel 1929 per giocare nella squadra locale. Qui incontrerà la moglie, da cui avrà due figli. Rimase presto vedovo, nonostante ciò, restò ad abitare nella casa della moglie continuando a seguire il settore giovanile e la prima squadra come allenatore. Nel 1944, dopo la fine di una partita amichevole con la Sangiovannese, di lui si perse ogni traccia a seguito di tafferugli avvenuti negli spalti e fuori dal campo di gioco.
Molte sono state le ipotesi, nessuna è stata confermata. L'unica verità è la scomparsa di un uomo che ha fatto del settore giovanile e del calcio un obiettivo, raggiungendo traguardi di eccellenza per una città di provincia, in epoche in cui ancora non si conosceva bene l'importanza determinante dell'allenamento. Come ha ricordato Memoria Rossoblù, c'è stato un grande lavoro di ricerca presso le emeroteche di Arezzo, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l'Accademia Valdarnese del Poggio e l'Archivio storico di Pistoia. Dai numerosissimi articoli ritrovati, dalle foto in possesso della famiglia, uniti ad altri oggetti custoditi, ne è venuto fuori il ritratto di una persona ben voluta, meticolosa, precisa, ben curata, buon padre di famiglia. Non solo grande atleta, discreto calciatore, ma anche ottimo allenatore. Ed è infatti la figura dell'allenatore che è emersa di più da questa ricerca. La carriera di Pieraccioli è legata in gran parte all'Aquila, salva una parentesi come allenatore della squadra del Dopolavoro Minerario di Castelnuovo Sabbioni.
Apprezzato dalla stampa, rispettato dai giocatori, preparato professionalmente, riconosciuto tecnico federale, non da tutti per quei tempi. Era informato sulle metodiche di allenamento, partecipando a corsi di aggiornamento, addirittura con Vittorio Pozzo come relatore, abitudine infrequente da parte di allenatori dell’epoca. Aveva fatto sua una frase che amava ripetere lo stesso Pozzo: “La maglia è tutto”. E’ stato uno tra i primi a credere nella cura del settore giovanile sia dal punto di vista sociale che prettamente sportivo come serbatoio della prima squadra. Organizzatore di tornei giovanili e talent scout della prima ora, andava in giro per Montevarchi a scovare piccoli calciatori. "Questa pubblicazione, speriamo riesca a far conoscere meglio, anche al di fuori del Valdarno, la figura di questo uomo vissuto in momento difficile del paese, che ha lasciato un segno nella storia dei colori dell’Aquila Calcio, in tutti gli sportivi montevarchini e non solo - ha detto Memoria Rossoblù - Chissà la sua carriera di allenatore come si sarebbe potuta evolvere se quel giorno del 10 dicembre 1944 fosse andata diversamente. Aveva solo quarant’anni". La pubblicazione ha inaugurato una collana finalizzata alla ricerca storica dell’Aquila Montevarchi dalle sue origini ai giorni nostri, costituendo così un’importante fonte di testimonianze e documentazione per tutti i cittadini e gli sportivi, e in particolar modo per le future generazioni. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la casa editrice Aska e l’associazione Memoria Rossoblù