LUCA AMODIO
Cronaca

Morì dopo il frontale con un Suv. Attesa la sentenza per Helenia

Il caso della giovane volontaria Enpa arriva in Appello: la decisione dei giudici dopo la guerra di perizie

Morì dopo il frontale con un Suv. Attesa la sentenza per Helenia

Helenia Rapini morta a 29 anni dopo lo scontro con un Suv nel 2019

È in calendario venerdì 11 ottobre il processo di appello sul caso di Helenia Rapini, la 29enne aretina che perse la vita in un incidente stradale a Ristradelle. Era il 6 novembre del 2019. L’uomo alla guida dell’auto venne assolto nel gennaio del 2022. La famiglia, assistita dall’avvocato Francesco Valli, proseguì quella che era la propria battaglia: tramite l’allora procuratore del tribunale Roberto Rossi venne depositata una memoria e la consulenza medico legale del dottor Todisco. Adesso manca una settimana al verdetto che verrà pronunciato alla Corte di Appello di Firenze. "La famiglia non vuole soldi, lo fa per sete di giustizia", commenta l’avvocato Valli. Il Pm non ha ancora fatto la richiesta: lo farà venerdì prossimo quando è attesa anche la sentenza.

Gli antefatti della tragedia risalgono a quasi 5 anni fa. La ragazza morì sul colpo dopo il frontale con un suv. Chi era al volante verrà poi assolto perché “il fatto non costituisce reato“. Giuridicamente significa che il fatto è stato commesso dall’imputato ma non può esser considerato reato perché manca l’elemento soggettivo, colpa, dolo o preterintenzionale. A non rendere imputabile l’uomo al volante ci sarebbe una sindrome. A suo tempo infatti il giudice sposò la tesi della difesa. Secondo legali del guidatore, il loro assistito soffriva di una patologia conosciuta come la sindrome delle apnee ostruttive del sonno che avrebbe portato, per l’appunto, al colpo di sonno alla base dell’incidente. Posizione che venne attestata sia da una perizia del professore Pasquale Marcì sia dal perito incaricato dal tribunale stesso, Pier Guido Ciabatti.

Spiegazione che vide - d’altra parte - la levata di scuse da parte della famiglia che aveva prodotto un’altra relazione, redatta dal professor Tommaso Todisco di Perugia. Secondo l’accademico alla base del colpo di sonno ci sarebbe invece un farmaco utilizzato a scopo terapeutico. Dopo la battaglia di perizie, adesso le carte sono nelle mani dei giudici fiorentini che venerdì prossimo potranno chiudere o riaprire la vicenda.