Morì in sella alla moto. La verità nelle telecamere: video passati in rassegna per chiarire la dinamica

L’intuizione del padre della giovane vittima, la pm Pistolesi affida l’incarico. Sarà l’ingegner Canè a ricostruire dai frame quanto accaduto quel giorno.

Morì in sella alla moto. La verità nelle telecamere: video passati in rassegna per chiarire la dinamica

Morì in sella alla moto. La verità nelle telecamere: video passati in rassegna per chiarire la dinamica

di Gaia Papi

AREZZO

Si chiamava Daniele Saltapari, aveva 31 anni, il 7 giugno scorso è morto sul colpo nell’impatto con un furgone, una sorta di autocarro che trasportava oggetti agricoli. Un terribile incidente sul quale ancora non è stata fatta chiarezza. Ci prova la Pm Chiara Pistolesi, che coordina l’inchiesta per omicidio stradale aperta dalla Procura, chiedendo l’intervento di un perito per analizzare le immagini di una telecamera. Dentro quei frame forse la risposta a tanti quesiti. Erano le 12.40 Daniele, uscito da lavoro, stava andando a casa per il pranzo. In sella alla sua moto procedeva sulla provinciale delle Strosce, la bretella di collegamento tra la Setteponti e la Regionale 71. Ma a duecento metri da casa, quando avrebbe dovuto girare a sinistra, il terribile impatto con l’autocarro. Qui si aprono le poche certezze e i tanti dubbi. Il furgone per certo stava svoltando a sinistra, quindi impegnando l’altra corsia. L’impatto di Daniele con la sua moto è sul lato lungo del mezzo, cosa che fa pensare ad una deviazione già impostata. Cosa è successo? Forse il giovane era in sorpasso o stava impostando la deviazione a sinistra? Forse il mezzo davanti non aveva segnalato in tempo la stessa manovra, dandogli quindi la convinzione che avrebbe proseguito per la strada principale? La dinamica, a più di tre mesi dall’accaduto, non è ancora del tutto chiara, tanto che la Pm dopo aver esaminato gli esiti dei rilievi svolti quel giorno dalla Municipale, ha conferito l’incarico per un accertamento irripetibile all’ingegner Fabio Cané, a dimostrazione della complessità del sinistro.

Un accertamento che dall’impatto permetterà di procedere indietro per capire la provenienza e la direzione dei veicoli e se ci sono state responsabilità. Vi prenderà parte anche il perito nominato dalla famiglia di Daniele, l’ingegner Paolo Ferri e quello degli avvocati dell’indagato l’ingegner Cecconi. L’accertamento si avvarrà di un nuovo elemento: le immagini catturate dalla telecamera della chiesa dei santi Pietro e Paolo, a Campoluci, che punta verso la strada teatro dello scontro. Una intuizione a cui ha pensato il babbo di Daniele che vivendo a Campoluci percorre spesso quella strada, anche in cerca di una verità.