REDAZIONE AREZZO

Morirono in auto contro un pilone. L’udienza riparte dal guard rail

Udienza preliminare a Perugia per l'incidente mortale a San Giustino Umbro: imputati due funzionari comunali per mancato ripristino del guard-rail. Polemiche sulle responsabilità e sulla normativa stradale.

Morirono in auto contro un pilone. L’udienza riparte dal guard rail

Ragazzi morti, oggi udienza preliminare

È fissata per stamani, al tribunale di Perugia, l’udienza preliminare sul tragico incidente stradale avvenuto nella notte del 3 dicembre 2022 a San Giustino Umbro, quando una Fiat Punto diretta verso Sansepolcro andò a urtare contro il pilone del ponte in località Altomare, lungo la ex 3 bis; nello schianto, morirono tutti e quattro i giovani (due ragazzi e due ragazze, tre di 22 anni e una di 17, residenti a Città di Castello e Monte Santa Maria Tiberina) che erano a bordo della vettura. Si riparte da quanto a inizio giugno ha stabilito il giudice Natalia Giubilei, accogliendo le istanze della parte civile: la citazione in causa dell’amministrazione comunale di San Giustino e della compagnia con la quale era assicurata la Punto per le responsabilità da ascrivere qualora si dovesse arrivare a una condanna, con eventuale obbligo di risarcimento a carico di entrambe. Nello specifico, gli imputati del Comune sono due funzionari: uno di essi, Massimo Boncompagni, ora in pensione, è stato per dieci anni (2004-2014) il sindaco di Monterchi, dove vive tuttora; l’altro è l’ingegner Marco Giorgis, che risiede sul versante umbro. I legali dei parenti dei tre passeggeri dell’auto, che sono gli avvocati Eugenio Zaganelli, Giacomo Bacchi, Gloria Cangi e Riccardo Vantaggi, avevano accolto positivamente la decisione del giudice; i familiari della conducente sono difesi dall’avvocato Leonardo Gabrielli, mentre i due funzionari si sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Luca Fanfani e Vittorio Betti. Stando alla tesi della Procura di Perugia, la pecca dei due funzionari sarebbe stata quella di non aver ripristinato il guard-rail che proteggeva la pila del ponte, danneggiato da un precedente incidente dell’aprile 2018 e pertanto, a parere del pm Paolo Abbritti, la presenza delle barriere di sicurezza avrebbe potuto evitare lo schianto contro la pila del ponte. Ma eccoci alla questione chiave; il codice della strada non prevederebbe l’obbligatorietà dei guard-rail all’interno dei centri urbani, dove è avvenuto il tremendo sinistro e dove vige il limite dei 50 chilometri orari: un particolare che sembra dare ragione alla difesa, anche se dall’altra parte si sostiene che nel caso di piloni, fossi o punti pericolosi la barriera debba essere comunque installata. Peraltro, il prefetto ne aveva ordinato il ripristino; poi, altro risvolto oggetto di perizie, è da stabilire se anche il guard-rail avrebbe potuto evitare o meno il decesso ai quattro giovani.