Arezzo, 5 settembre 2024 – Da testimone a indagata. L’accusa: abbandono di incapace. Ma il quadro giudiziario potrebbe cambiare nelle prossime ore se il magistrato che coordina l’inchiesta sulla morte di Carla Bazzani, accoglierà l’ipotesi investigativa degli uomini della Mobile diretti da Davide Comito. Lavorano senza sosta da sabato per risolvere quello che al momento resta un giallo. Sono loro ad aver concluso gli accertamenti sui conti correnti della novantenne trovata cadavere nell’appartamento di via Montanara, a Saione, dove viveva con la figlia. Dai riscontri sui movimenti bancari sarebbero emersi prelievi dalla pensione dell’anziana dopo la sua morte. Elemento che porta gli investigatori a ipotizzare anche il reato di truffa ai danni dell’Inps. Il dossier è sul tavolo del pm, Julia Maggiore che dovrà pronunciarsi. Silvia B., 60 anni, era sparita da quella casa, almeno dal mese di luglio. Ricercata in tutt’Italia, è stata rintracciata lunedì in un albergo a Rimini. Non ha risposto alle domande degli investigatori, come persona informata sui fatti. E la sua posizione è cambiata in 48 ore, anche sulla scorta degli accertamenti portati avanti dagli esperti della Mobile e della Scientifica.
La verità sul dramma di via Montanara, sta tutta nell’autopsia che sarà eseguita domani dall’equipe del professor Gabrielli: esame fondamentale per capire perché Carla Bazzani è morta e da quanto tempo. Il fattore tempo è uno dei passaggi chiave di questo dramma. La ricognizione esterna sul corpo della novantenne già eseguita dal medico legale al San Donato, indica una forbice temporale compresa fra quattro e sei mesi. Se così fosse, dove è stata la figlia in tutto questo tempo? Sapeva della morte della madre?
Gli uomini della Mobile lasciano aperte tutte le ipotesi, compresa quella del delitto anche se appare la più debole. Sul corpo della novantenne non ci sono segni di traumi riconducibili a una morte violenta, pure se l’autopsia potrebbe individuare tracce interne finora non rilevate. Per questo potrebbe essere eseguita anche una Tac sui resti dell’anziana, in avanzato stato di decomposizione, un corpo quasi mummificato.
Le piste investigative aperte sono due. La prima: l’idea che la figlia si sia allontanata abbandonando la madre. La seconda: potrebbe avere scoperto il cadavere ma senza denunciarne il ritrovamento e continuando a vivere nell’appartamento, almeno per alcune settimane. Possibilità che la procura tiene in considerazione. Silvia non lavorava da sedici anni, si era licenziata da un’azienda di abbigliamento dopo la morte del padre e viveva coi sussidi di genitori. Chi la conosce, la descrive come una persona solitaria, che nel tempo aveva tagliato amicizie e relazioni. Un matrimonio fallito alle spalle: aveva incontrato a Rimini quello che poi sarebbe diventato il marito, ma l’unione era naufragata e lei era tornata nella casa dei genitori. Una vita in salita: le amiche di un tempo ricordano il forte legame di Silvia con la madre. Dividevano un bilocale e una quotidianità fatta di molta solitudine.
Dalla casa dei misteri emerge un altro particolare che gli uomini della Mobile tengono nel carnet delle indagini: il corpo di Carla Bazzani è stato trovato sul letto: indossava la camicia da notte ma era completamente coperto da un lenzuolo.
Che significa? Un gesto di pietà da parte della figlia o l’anziana si è coperta da sola prima della resa? Interrogativi che attendono risposta. Carla è morta a 92 anni, con il suo gatto accanto (accertamenti disposti anche sulla carcassa dell’animale), ucciso dalla fame. Insieme, fino alla fine.