
Roberta Mazzuoli aveva 48 anni
Arezzo, 31 marzo 2025 – Nella cartella clinica c’è la traccia dell’ultimo miglio di Roberta. Ma la chiave per capire cosa è successo – e perché – venerdì mattina in sala operatoria, sta nell’autopsia. Oggi il magistrato che coordina l’inchiesta aperta dalla procura deciderà per l’esame sul corpo di Roberta Mazzuoli, morta a 48 anni nella clinica San Giuseppe, ad Arezzo.
Doveva sottoporsi a un intervento per regolare la pressione oculare, un intervento di routine, programmato insieme agli specialisti della struttura sanitaria. Ma qualcosa non ha funzionato e quell’operazione non c’è mai stato perché nella fase dell’anestesia Roberta ha avuto un crollo dal quale non si è più ripresa. Insieme al compagno aveva raggiunto la clinica convenzionata con la Asl, una tra le più grandi in Toscana con un ampio ventaglio di prestazioni specialistiche, per risolvere il problema agli occhi. “Era tranquilla, ci aveva detto che doveva assentarsi per qualche giorno proprio, ma che sarebbe tornata presto”, raccontano i colleghi di lavoro, increduli e sconvolti.
Roberta viveva ad Abbadia San Salvatore, sull’Amiata, insieme a Lorenzo e al figlio di 16 anni: una coppia molto unita e lei, descritta come una donna dall’energia contagiosa, sempre sorridente e pronta a occuparsi degli altri. In famiglia ma anche nel supermercato di Piancastagnaio dove lavorava. Sul fronte delle indagini quella di oggi sarà una giornata decisiva per capire l’orientamento della procura e la direzione dell’attività investigativa, affidata ai carabinieri che hanno provveduto al sequestro della cartella clinica. La traccia-base per gli approfondimenti scattati dopo la denuncia presentata dal compagno di Roberta ai militari dell’Arma della Compagnia di Siena.
La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria all’obitorio del San Donato dove è stata trasferita da venerdi, subito dopo la tragedia. Poco prima delle tredici dalla clinica San Giuseppe è partita la chiamata al 118 ma gli specialisti dell’emergenza non hanno potuto salvarla: al loro arrivo Roberta era già morta. Una vicenda sulla quale il magistrato titolare del fascicolo dovrà fare piena luce per dare risposte ai familiari della quarantotenne, precipitati nello spazio di poche ore dentro l’abisso del dolore. “A tra poco” sono state le ultime parole di Roberta al suo compagno prima di entrare in sala operatoria. Poi il dramma.
La direzione della clinica San Giuseppe in una nota annuncia un’indagine interna, “accurati accertamenti anche con la direzione Medica per chiarire le cause dell’evento”. Una nota stringata nella quale viene espressa “sincera vicinanza e il più sentito cordoglio alla famiglia della paziente” e al tempo stesso si conferma “l’impegno a fare piena luce sull’accaduto con la massima trasparenza e rigore”.
Oggi l’inchiesta prende avvio, con il passaggio-chiave dell’autopsia che dovrà dare risposte ai mille interrogativi di un marito e di un figlio che piangono una mamma di 48 anni.