LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Morta in casa, il giallo pensione. La figlia verso l’accusa di truffa. Autopsia: non c’è stata violenza

L’esame conferma anche che la fine dell’anziana risale a 4-6 mesi fa. Nominato il perito della difesa. Si aggrava la posizione dell’indagata dopo le verifiche della Mobile sui conti correnti. Gli scenari .

Il capo della Mobile Davide Comito insieme ai tecnici Asl nella casa di Saione

Il capo della Mobile Davide Comito insieme ai tecnici Asl nella casa di Saione

Ci sono due passaggi chiave nel giallo di Saione. Il primo è l’autopsia sui resti dell’anziana trovata morta nell’appartamento di via Montanara. Il secondo: si profila una nuova accusa per la figlia.

Un corpo in avanzato stato di decomposizione, quasi mummificato: lo hanno trovato così una settimana fa gli esperti della Mobile e della Scientifica durante il sopralluogo scattato dopo l’allarme del proprietario di casa che da un mese non riceveva l’affitto. L’equipe guidata dal professor Mario Gabbrielli ha eseguito l’esame all’istituto di Medicina legale di Siena. Presente anche Sergio Moretti, il perito nominato dall’avvocato Barbara Mugnai, che assiste la figlia della novantenne, al momento indagata per abbandono di incapace.

Da quanto è emerso, l’esame avrebbe confermato che non c’è stata violenza: nessuna traccia di traumi sul corpo della novantenne. Elemento che porta a escludere l’ipotesi del delitto, per altro negli ultimi giorni apparsa sempre più debole e collocata sullo sfondo di questo dramma.

Non solo: la morte di Carla Bazzani, può essere collocata in un arco temporale compreso fra 3 e 6 mesi. Un particolare che l’autopsia avrebbe indicato e di fatto confermerebbe quanto emerso dalla ricognizione esterna sul corpo della novantenne, eseguita martedì dal medico legale del San Donato. Un range ampio di tempo che fa scattare una serie di interrogativi, ancora senza risposta: dove era la figlia in tutti questi mesi? Sapeva della morte della madre? Perchè non ne ha denunciato la scomparsa? È su questi interrogativi che girano le indagini portate avanti senza sosta dagli uomini della Squadra Mobile diretta da Davide Comito. Rebus che, in parte, gli investigatori avrebbero sciolto passando al setaccio i conti correnti nella disponibilità di madre e figlia. Proprio dagli incroci sui movimenti bancari, sarebbero stati rilevati prelievi di denaro dopo la morte dell’anziana. Un particolare che spinge gli investigatori a formulare la nuova accusa a carico della figlia: truffa ai danni dello Stato. Sarà il magistrato titolare dell’inchiesta, Julia Maggiore a decidere sulla seconda ipotesi di reato.

Madre e figlia vivevano nello stesso appartamento e grazie al sostegno economico della pensione di Carla Bazzani. Una vita complessa per entrambe, attraversata dalla solitudine e dalla sofferenza. L’anziana era rimasta vedova mentre la figlia pativa il fallimento di un matrimonio e negli anni, un lento isolamento da amicizie e relazioni. Le tre stanze di via Montanara erano diventate il loro mondo.

Fino al nuovo giro di boa: la morte di Carla Bazzani. E l’allontanamento da quell’appartamento di una donna di 60 anni che, forse, era decisa a non tornare più indietro. Di lei si erano perse le tracce da sabato, ma le indagini avevano portato gli investigatori a Rimini: qui la donna alloggiava in un albergo.

Ora si attendono le risposte che mancano per chiudere il giallo di Saione. Per ora, lei non parla. E in quel silenzio, forse, stanno le risposte.