LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Morta in casa, la figlia era a Rimini. Il cadavere sul letto da quasi 6 mesi

La donna, 60 anni, alloggiava in albergo. Agli agenti ha raccontato la sua verità. L’esame sul corpo

Morta in casa, la figlia era a Rimini. Il cadavere sul letto da quasi 6 mesi

La donna, 60 anni, alloggiava in albergo. Agli agenti ha raccontato la sua verità. L’esame sul corpo

Il portoncino si apre su un piccolo corridoio. Pochi passi, la chiave gira nella serratura della casa dei misteri. Dove Carla Bazzani è morta da sola. Accanto a lei, solo il suo gatto, ucciso probabilmente dalla fame. È morta da sola a 92 anni, nella casa di via Montanara, quartiere Saione, che divideva con la figlia, Silvia B., 60 anni, rintracciata ieri a Rimini dalla polizia. Da sabato era sparita nel nulla. Telefonino staccato, irreperibile da settimane. L’alert lanciato in tutt’Italia dalla Squadra Mobile diretta da Davide Comito, ha portato gli investigatori in un albergo di Rimini, dove la donna è arrivata nei primi giorni di agosto, anche se ci sono tracce di un suo passaggio a luglio, per qualche giorno.

Perché era lì? A Rimini, in un tempo lontano aveva incontrato un ragazzo e l’amore. Poi tutto era finito, insieme al matrimonio e lei era tornata ad Arezzo, nella casa dove vivevano i genitori. Sapeva della morte della madre? Gli investigatori non si sbottonano dopo aver ascoltato il suo racconto, come persona informata sui fatti.

Al momento non è indagata, anche se il magistrato che coordina l’inchiesta Julia Maggiore, ha indicato sul fascicolo un’ipotesi di reato: abbandono di incapace. Non è escluso che gli accertamenti di queste ore, possano portare ad un cambio di scenario, con nuovi sviluppi giudiziari. Si indaga, infatti, sui conti correnti ai quali la donna aveva accesso per verificare se vi sono stati prelievi, sopratutto dopo la morte della madre e pure per capire se la donna ricevesse l’indennità di accompagnamento prevista per le persone non autosufficienti.

Stando a quanto è emerso finora, la sessantenne viveva con la pensione dei genitori nell’appartamento in affitto di via Montanara. Tre stanze condivise con l’anziana madre alla quale, racconta chi la conosce, era molto legata. Lei dormiva in un letto attrezzato nella cucina, di fronte alla camera della mamma, al pian terreno di una piccola palazzina. In quell’appartamento sono tornati ieri gli uomini della Mobile e della Scientifica, insieme ai tecnici del servizio Veterinaria della Asl: nuovi sopralluoghi, oltre alla rimozione della carcassa del gatto che sarà sottoposta ad accertamenti. Esattamente come accadrà nei prossimi giorni sul corpo Carla Bazzani con l’autopsia che dovrà chiarire le cause e collocare la morte in un range temporale.

Intanto, la ricognizione esterna sui resti della novantenne, eseguita ieri al San Donato, farebbe risalire la morte a quattro-sei mesi. Sui resti di un corpo in avanzato stato di decomposizione, non ci sarebbero segni di traumi che possano far pensare a una morte violenta, lo sparo di un’arma o il fendente di un coltello. Difficile stabilire pure se la morte possa essere avvenuta per soffocamento. Il medico legale che ha eseguito l’esame ha indicato la necessità di una Tac per analizzare dall’interno un corpo ormai mummificato. Al momento, restano in piedi tutte le ipotesi, compresa quella del delitto.

La donna ascoltata in questura a Rimini è rientrata ad Arezzo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli investigatori stanno ricostruendo pezzi della sua vita, una vita in salita. Di lei, si sa che non lavorava da sedici anni: l’ultima attività è stata in un’azienda di abbigliamento alle porte della città. Si era licenziata dopo la morte del padre. Poi più niente, solo il legame con la madre. Cosa è successo tra loro? Se la morte della novantenne risale a 4-6 mesi fa, che fine ha fatto Silvia in tutto questo tempo? Per ora, un rebus.

Chi la conosce la descrive come un tipo solitario, che negli anni aveva tagliato i ponti con amicizie e relazioni. Chiusa tra i suoi segreti.