CRISTINA CRISCI
Cronaca

Morta dopo aver mangiato un salume, paura tra i consumatori. Ma il lotto era stato ritirato

È psicosi dopo il decesso di Assunta Cammarota, 60 anni, residente nel comune di Città di Castello. La procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per il titolare dell’azienda

Le indagini del caso erano state portate avanti dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione (Nas) di Perugia

Le indagini del caso erano state portate avanti dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione (Nas) di Perugia

Città di Castello (Perugia), 20 febbraio 2025 – Ha destato molto scalpore la vicenda relativa al caso di listeria presente in un insaccato che, un anno fa, portò alla morte di una sessantenne, Assunta Cammarota, residente nel comune di Città di Castello, zona San Leo Bastia. L’eco mediatica seguita alla notizia ha inevitabilmente alimentato paure tra i consumatori. La Procura di Perugia ha indagato per omicidio colposo il produttore della “coppa di suino” incriminata, il titolare di un’azienda di Arezzo. Per lui il pm ha chiesto il rinvio a giudizio ma ancora non è stata fissata l’udienza preliminare.

Va per questo chiarito che, il lotto di soprassata in questione (in commercio tra febbraio e marzo 2024) era stato immediatamente ritirato dal mercato. Si parla di circa un quintale di insaccati per i quali era stato emanato il richiamo, col conseguente ritiro dagli scaffali di vendita. La vicenda si trascina dall’ospedale di Città di Castello dove la donna venne ricoverata a seguito di malore e dove morì un una ventina di giorni dopo (nel marzo 2024) fino alle aule di tribunale. La procura di Perugia in queste ore ha infatti chiesto il rinvio a giudizio del titolare di un’azienda di Arezzo che aveva prodotto l’insaccato, che venne poi acquistato dalla signora Cammarota in un punto vendita della zona a sud del comune tifernate, quindi consumato a casa.

Per i periti incaricati di svolgere ulteriori accertamenti sull’alimento (un medico legale e un esperto in malattie di origine batterica) il decesso della donna “era da ricondursi allo stato settico provocato dall’infezione da listeria”.

I tecnici Usl 1 avevano prelevato alcuni campioni nell’abitazione della donna e individuato la presenza del batterio nell’insaccato prodotto e commercializzato da un’azienda agraria di Arezzo. Le indagini del caso erano state portate avanti dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione (Nas) di Perugia che avevano acquisito la cartella clinica, ascoltato i familiari e altre persone con l’obiettivo di ottenere notizie utili alla ricostruzione degli eventi.

Al titolare della ditta di Arezzo che aveva prodotto la coppa è stato dunque recapitato un avviso di conclusione delle indagini preliminari e chiesto il rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di omicidio colposo.