Massimo Bagiardi
Cronaca

Morto in moto, la verità dall’autopsia. L’ultimo saluto ad Alessio Calabassi

Da stabilire ancora la data del rito funebre nella chiesa di Levane. Al volante dell’auto un suo vicino di casa

Alessio Calambassi aveva 54 anni ed era padre di due figli

Alessio Calambassi aveva 54 anni ed era padre di due figli

Montevarchi (Arezzo), 28 maggio 2024 – È stata effettuata ieri l’autopsia sul corpo del 54enne Alessio Calabassi morto sabato all’ospedale delle Scotte di Siena a causa delle ferite riportate, poco prima delle 14, in uno scontro tra la sua moto e un’auto a Levane all’incrocio tra il ponte dell’Ambra e la farmacia paesana: l’esito dell’esame si saprà solo nei prossimi giorni. Intanto le dinamiche del sinistro sono al vaglio degli inquirenti anche se il conducente della Peugeot 5008, come prassi in casi del genere, è indagato per il reato di omicidio stradale. E’ emerso anche che i due si conoscevano, il proprietario dell’auto vive a pochissimi metri dal punto dello schianto e proprio come il Calabassi stava facendo rientro a casa.

Se le tempistiche del rientro in Valdarno saranno confermate già dal pomeriggio odierno potrebbe essere esposto nelle cappelle mortuarie dell’ospedale della Gruccia e domani, sempre burocrazia permettendo, il rito funebre nella Chiesa di Levane celebrato da Don Mirko Righeschi suo amico d’infanzia. L’uomo era sposato con Barbara che lavora nello storico panificio di famiglia sempre a Levane in via di Bucine e dalla quale ha avuto due figli, Jacopo di 18 anni e Mattia di qualche anno più giovane. Viveva da molto tempo nella frazione divisa a metà tra i comuni di Bucine e Montevarchi e proprio nel capoluogo è cresciuto tra la grande passione per le due ruote e quella per la squadra calcistica rossoblù, non sono un caso i tanti messaggi di cordoglio sulla bacheca del suo profilo Facebook nonché un post apparso nel gruppo della Curva Sud del Montevarchi, cuore pulsante del tifo, che lo ricorda per il suo amore verso i colori cittadini e per essere stato uno dei fondatori del gruppo G.A.S 1990 che per anni ha seguito le gesta del calcio locale in su e giù per l’Italia nel campionato di serie C.

Come detto c’era il calcio nelle sue passioni ma anche la moto, lo si evince dalle tante foto che postava sui social e che lo ritraggono sempre sorridente, in compagnia del suo storico gruppo di amici coi quali spesso e volentieri si ritrovava per una gita sulle due ruote o una cena assieme alle rispettive famiglie. La classica persona con la voglia matta di vivere al 100%, proprio come nel momento in cui giusto cinque giorni fa è andato a ritirare la moto che aveva appena acquistato e che era intento a provare sabato mattina, in uno dei pochi momenti di bel tempo che questa pazza stagione ha concesso. Nessuno mai avrebbe pensato a un così tragico epilogo di una giornata apparentemente come tante altre. Ora si attende soltanto di tributargli l’ultimo saluto.