Arezzo, 6 maggio 2021 - Solo l’autopsia potrà chiarire cosa abbia provocato la morte di un settantenne valdarnese a 48 ore di distanza dalla prima dose di vaccino Pfizer. E’ stata effettuata dall’equipe pisana guidata dal dottor Di Paolo, nessuna indiscrezione è finora arrivata anche perché la questione è così delicata che necessariamente deve essere valutato ogni dettaglio.
Nulla si può trascurare, l’argomento è sensibile, intorno ad esso si dibatte da tempo e rispste premature risulterebbero parziali e dunque fuori luogo. Va anche aggiunto che difficilmente la stessa autopsia sarà in grado di stabilire il nesso fra i due eventi. Di certo c’è al momento soltanto il decesso, avvenuto a due giorni dall’iniezione, praticata a Loro Ciuffenna il 27 aprile, come confermano fonti dell’azienda sanitaria.
E’ stato appunto quel giorno che Il pensionato, poi ritenuto idoneo, si è presentato al centro vaccinale dopo aver prenotato regolarmente la prestazione. Sul momento nulla succede e tutto sembra procedere nella più assoluta normalità, così come era accaduto finora in occasione di tutte le vaccinazioni, fossero esse Pfizer, Moderna, AstraZenca o Johnson. I primi malesseri iniziano a manifestarsi nella mattinata successiva ma, come fonti vicine alla famiglia confermano, non pareva trattarsi di complicanze gravi.
Il tutto viene attribuito agli effetti del vaccino che possono sempre venir fuori e non soltanto per un’inoculazione anti-Covid ma anche semplicemente per un’iniezione contro l’influenza stagionale. Insomma, blande reazioni avverse, compatibili appunto con l’avvenuta vaccinazione e ampiamente previste nella casistica. Il quadro clinico peggiora però durante la notte, il pensionato va in arresto cardiocircolatorio, la famiglia lancia l’allarme al 118 e nella frazione si precipita un’ambulanza con medico a bordo.
La corsa, purtroppo si rivelerà inutile, quando i soccorsi arrivano, non c’è più nulla da fare, il decesso è già avvenuto. Si tratta adesso di stabilire se ci sia o meno un correlazione con il vaccino e per questo la procura, attraverso il pubblico ministero Julia Maggiore, ha disposto l’autopsia, già effettuata dallo staff di medicina legale dell’università di Pisa.
Il pm ha ovviamente aperto un fascicolo, però a carico di ignoti. Non sono stati infatti inviati avvisi di garanzia, procedura classica nel caso di un’autopsia proprio per dare modo agli indagati di incaricare un proprio consulente per assistere all’esame. E’ uno strumento a tutela di chi eventualmente potrebbe essere sottoposto a un futuro procedimento penale, ma nella fattispecie nulla di tutto ciò è avvenuto.
Quanto al vaccinatore, naturalmente solo nel caso in cui fosse stabilita una correlazione tra il docesso e la dose, tecnicamente potrebbe anche essere indagato come prevede il decreto che istituisce il cosiddetto scudo. Ma allo stato dei fatti l’eventualità appare remota, a meno che nel proseguimento delle indagini non dovessero emergere circostanze clamorose e tali da ribaltare l’attuale quadro.
Fatto salvo, vale ribadirlo, che davvero possa essere stabilito un rapporto causa-effetto. Se davvero la vaccinazione fosse stata alla base della morte, si tratterebbe del primo episodio grave avvenuto in provincia di Arezzo dove finora la campagna vaccinale è andata avanti senza particolari eventi avversi, come conferma ufficiosamente la stessa azienda sanitaria. Rimane il lutto della famiglia valdarnese che ha visto spegnersi all’improvviso il proprio caro che lascia la moglie e tre figli.