Arezzo, 19 dicembre 2024 – “Ci ha lasciato lunedì all’alba, mentre era tra le nostre braccia, dopo 8 mesi e mezzo in cui ha lottato come un leone”. A parlare è Monica, la moglie di Daniel Rus, l’uomo di 51 anni che il 2 aprile scorso è stato investito in zona Pratacci e poi lasciato sul marciapiede senza soccorso. Una storia terribile che si concluderà stasera alle 19 con una fiaccolata in ricordo della vittima organizzata e voluta dalla famiglia e dai tanti amici che in questi lunghi mesi gli si sono stretti attorno. Il corteo partirà proprio da via Lumière, il luogo dell’incidente, e si sposterà verso il Paris Bistrot, dove quella sera Daniel si stava dirigendo a piedi per raggiungere la moglie. Aveva appena lasciato il proprio camion e attraversato la strada quando l’impatto con l’auto poi identificata dalle telecamere, lo ha sbalzato in aria, lasciandolo agonizzante lungo la strada. Ad allertare i soccorsi era stato un ragazzo di 23 anni, un operatore della Croce Bianca che la moglie ricorda come “un angelo”. Poi, il trasferimento prima a Siena e infine a Montevarchi. Il calvario del coma affrontato e superato due volte. Lunedì, la fine delle speranze. “Ha lottato fino alla fine, come un leone- continua la moglie -. Ce lo hanno portato via proprio nel momento più felice della sua vita. Nostra figlia stava per sposarsi, e adesso ci troviamo a vivere una tragedia”. L’inizio del processo, previsto per il 13 febbraio, vedrà imputata la donna che si trovava al volante della Fiat Punto ripresa dalle telecamere di sorveglianza, la stessa su cui si sarebbe allontanata senza prestare soccorso a Daniel. “Arriverà il momento della giustizia, ma adesso vogliamo sensibilizzare sul tema delle vittime della strada. Basta con i fiori sull’asfalto: dobbiamo aiutare le persone e non lasciarle agonizzanti”.
ll corteo, accompagnato dall’ambulanza della Croce Bianca e dalle 100 candele donate da Don Alvaro, percorrerà dopo una breve messa il cammino che Daniel avrebbe dovuto compiere quella notte di 9 mesi fa, e lo ricorderà prima del suo ultimo viaggio. La salma, che ora è sotto sequestro per l’autopsia, sarà infatti trasferita nella patria di origine della famiglia, la Romania. In attesa del processo, neppure il nuovo codice stradale, secondo Monica, sembra essere una misura sufficiente: “Sono misure utili ma non che non fermano le continue tragedie come la nostra”.