![Gianpiero Samuelli insieme alla figlia Silvia in un momento di serenità Gianpiero Samuelli insieme alla figlia Silvia in un momento di serenità](https://www.lanazione.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/YzZlYWRkNGEtOTY5YS00/0/7952256427886461678.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Gianpiero Samuelli insieme alla figlia Silvia in un momento di serenità
Firenze, 15 febbraio 2025 – È il 9 febbraio. Gianpiero Samuelli, 86 anni, di Terranuova Bracciolini, ospite di Villa Desiderio, morirà 24 ore dopo. “Ma quel giorno era felice. Mio figlio era stato a trovarlo nel pomeriggio e lo aveva visto benissimo. È una giovane promessa dell’atletica e gli aveva mostrato un video della gara a cui aveva partecipato. Mio padre era felice per lui, lo chiamava sempre ’campione’”. Poco ore dopo l’uomo consumerà il pasto che, secondo gli inquirenti, gli è risultato fatale.
Silvia Samuelli, sua figlia, ricostruisce le 48 ore nelle quali la vita dell’uomo si è spezzata. Ma intanto la famiglia chiede “la riesumazione affinché, in tempi rapidissimi, venga effettuata l’autopsia”, annuncia l’avvocato Lorenzo Pellegrini. E domattina in Procura Benedetta Foti, il magistrato che indaga sulle morti nelle rsa del gruppo Sereni Orizzonti causate da una possibile intossicazione alimentare, dovrà decidere. Silvia Samuelli rievoca le ultime immagini del padre.
Suo figlio è stata l’ultima persona a vedere Gianpiero. Cos’altro le ha detto?
“Mio padre era felice per la gara di suo nipotino, gli aveva anche promesso che saremmo andati tutti insieme a mangiare una bistecca. Era pieno di vitalità e voglia di vivere”.
Poi cosa è successo?
“Alle 6 di mattina del 10 febbraio mi hanno telefonato dalla Rsa per dirmi che aveva vomito e diarrea e che lo avrebbero portato al pronto soccorso”.
Lei era preoccupata?
“Non c’è stato nemmeno il tempo di realizzare perché dopo pochissimo mi ha chiamato il medico di Santa Maria Nuova per dirmi che mio padre stava malissimo e di correre lì perché era in coma e a breve sarebbe morto”.
È riuscita ad arrivare lì?
“Sono arrivata che era già spirato”.
Ha visto la cartella clinica?
“No, però mi hanno detto che gli hanno fatto una tac e aveva l’intestino completamente dilatato. Non sono riusciti a fare niente perché è morto in poco tempo”.
Sospetta ritardi fra i sintomi e il trasporto in pronto soccorso?
“La cena e viene servita fra le 18.30 e le 19, posso immaginare che i sintomi siano arrivati fra le 21 e le 22, è stato portato in ospedale alle 6 di mattina, posso immaginare quanto abbia sofferto. Era allettato, penso che siano stati occupati ad accompagnare gli altri ospiti al bagno”.
Nessuno dalla Rsa l’ha chiamata?
“No. Mia madre e mia zia sono andati a riprendere i suoi effetti personali, a parte le condoglianze di qualche infermiera , dai vertici nessuna chiamata”.
Da quanto tempo era ospite lì?
“Da circa due anni”.
Aveva mai notato niente di strano in questo periodo?
“No. Era una persona molto buona e non si lamentava mai, aveva trovato un suo equilibrio”.
Dunque mai nessun sospetto?
“Col senno di poi forse l’unica cosa è che non chiamava mai. Mi sembra poi assurdo che un direttore sanitario non chiami in caso di decesso. Io ero chiusa nel mio dolore, siamo stati travolti dal lutto e abbiamo pensato al funerale. Solo ieri ho ricevuto una chiamata dall’amministrazione, non ho risposto”.
La salma di suo padre dovrà essere riesumata per l’autopsia.
“Probabilmente la prossima settimana. Ma tutto questo si è mosso solo dopo che la notizia è uscita sulla stampa”.