Arezzo, 30 novembre 2018 - Il ragazzo è morto, grave la mamma che voleva salvarlo. In autostrada l’ennesima tragedia di un anno disgraziato quando da poco erano passate le 22 del penultimo giorno di novembre. Siamo sul tratto valdarnese dell’A1, comune di Pergine: in corsia sud procede verso Arezzo una Renault Scenic con a bordo padre, madre e figlio, disabile psichico, di trent’anni; tornano a casa, a Roma dove la famiglia abita.
La macchina, secondo quanto siamo in grado di ricostruire, ha un guasto, va in panne e il padre, che è al volante, riesce ad accostare in corsia di emergenza. A questo punto è difficile capire cosa possa essere accaduto. Si sa soltanto che il ragazzo ha aperto la portiera ed è sceso, forse scosso per la fermata imprevista o per altri motivi impossibili da interpretare.
Fuori dall’auto, va dritto verso la carreggiata nonostante i richiami di babbo e mamma. Lei a sua volta apre la portiera e si lancia sulla strada per riprendersi il figlio e trascinarlo in salvo. E’ notte sulla Sole, sfrecciano le auto, rombano i bisonti verso le loro destinazioni. E verso sud procedeva tranquillo un camionista, ignaro di cosa lo stesse aspettando a quel maledetto chilometro.
Forse vede le sagome nere sbucare all’improvviso dalla corsia d’emergenza, forse sente solo l’impatto. Li prende in pieno, il camion: il figlio e la madre. Li scaraventa lontano per metri in un stridìo di freni che blocca il Tir quando ormai è troppo tardi.
Di lì a poco, il solito scenario delle tragedie. Arrivano le ambulanze dall’ospedale del Valdarno, arriva la polizia stradale della sottosezione di Battifolle. Per il giovane non c’è niente da fare, la vita lo lascia a trent’anni nel buio della notte. La madre è invece viva quando i soccorritori la prendono in carico, è in gravi condizioni e viene trasferita d’urgenza in ospedale: frattura a una gamba e lesioni varie, non è però in pericolo di vita.
Ma subito si profila un’altra emergenza sanitaria, ovvero la gestione del padre del ragazzo morto e quella dell’autista investitore: entrambi sono sotto choc e hanno bisogno di immediata assistenza. L’ultimo atto di una tragedia senza fine.