
Autorizzata a San Giovanni, in località Vacchereccia, la realizzazione di una tartufaia coltivata che produrrà tuberi anche pregiati
Autorizzata a San Giovanni, in località Vacchereccia, la realizzazione di una tartufaia coltivata. Il progetto, presentato da una società, prevede la coltivazione di Tuber melanosporum (tartufo nero pregiato) e Tuber aestivum Vitt. (scorzone estivo) su terreni di proprietà dell’azienda. L’atto, registrato con una determina del 7 marzo scorso, si inserisce nel quadro normativo della legge regionale del 1995, che disciplina la raccolta, la coltivazione e il commercio dei tartufi in Toscana. L’autorizzazione consente all’azienda di ottenere il riconoscimento di "tartufaia coltivata con diritto di raccolta riservata". Il progetto ha ricevuto il via libera dopo un’attenta istruttoria condotta dagli uffici comunali competenti, con la verifica di conformità rispetto alle normative urbanistiche ed edilizie.
Il tartufo nero Il tartufo nero fresco, noto anche come "Tuber Melanosporum" o "Tartufo nero del Périgord" è considerato dai gastronomi più importanti al mondo il "diamante nero" della cucina. E’ sicuramente quello più conosciuto e indubbiamente rende le pietanze uniche e imparagonabili. Si raccoglie in Francia, ma anche in Spagna, in Italia o in Australia. Lo scorzone estivo si contraddistingue per via di alcune caratteristiche fra cui spiccano la carne color giallo-sporco/nocciola, il peridio verrucoso e di colore nero e il suo periodo di maturazione, che è quello estivo, da cui trae origine il nome. E’ una delle specie meno pregiate nel suo genere per il suo gusto poco pronunciato, sebbene sia un buon fungo commestibile. Il tartufo cresce e si sviluppa sottoterra e non in superficie come gli altri funghi. In Toscana nasce principalmente in sei zone e si lega a piante quali querce, salici, tigli, pioppi, noccioli, pini, cistus, sia che si trovino nei boschi, isolate o in filare.