
di Francesca Mangani
Grigio del Casentino, nocciole di Aruba, carni e insaccati a chilometri zero, patate di Cetica, formaggi dei contadini locali, mieli biologici, panettoni e pandori prodotti dai forni e dalle pasticcerie della vallata: in Casentino a Natale è caccia alle eccellenze alimentari del territorio, con un ritorno ai sapori del passato e alla tradizione.
"Mi ritengo soddisfatto di come sono andate le vendite pre natalizie anche se le feste non sono ancora finite – racconta Mauro Rubbioli, titolare dello storico negozio "Il Vinaio & Ortolano" di Poppi – certo, dato il momento che stiamo vivendo e i forti rincari che stanno interessando le famiglie, c’è un po’ più di attenzione ai prezzi ma l’interesse verso i prodotti artigianali e locali continua ad essere forte e a prevalere. I casentinesi preferiscono i prodotti locali e sono davvero tante le eccellenze scelte e inserite nei pacchi-regalo di Natale".
Il mercato eno-gastronomico della vallata e quello dei prodotti a km 0 è ormai un business che rispecchia la tendenza dei giovani ad investire sempre più sui prodotti del territorio. Secondo l’ultimo Bioreport pubblicato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, scegliere l’agricoltura "green e a km zero" conviene sempre di più: fa guadagnare e crea più occupazione. Lo sanno bene i giovani casentinesi che sempre più scommettono su un settore in continua crescita, e la domanda, non solo locale, lo conferma.
Dal dolce al salato, i cesti di Natale si presentano ricchi di prodotti più tradizionali, locali e artigianali, che diventano l’occasione ideale per scoprire nuovi sapori e specialità della vallata.
Sulle tavole dei casentinesi il giorno di Natale ci saranno dunque tanti prodotti della vallata.
"Tortellini chiusi rigorosamente a mano, ragù, arrosti, grigio del Casentino e bollito misto con lingua, testina, cappello del prete, cappone e cotechino. C’è un ritorno al passato e alla semplicità – racconta Cristian Maggi titolare della macelleria Mastro Checcarina di Poppi – i miei clienti chiedono pezzi di carne semplici, e se ordinano il cucinato non vogliono ricette troppo elaborate, ma piatti che venivano cucinati e serviti nelle tavole dei nostri nonni e la raccomandazione è sempre la stessa: la carne deve essere allevata sul territorio e garantita, perché oggi la qualità è d’obbligo".
Dunque per i casentinesi un Natale all’insegna delle tradizioni, dei piatti di una volta, ma realizzati rigorosamente con le eccellenze della vallata.