I Re Magi dovranno prepararsi ad una bella salita. La cometa indica la biblioteca e proprio lì davanti troveranno la mitica capanna del Natale. Nel largo intitolato a Ivan Bruschi, alle pendici del Praticino. È una delle new entry a sorpresa di una festa che ormai non conosce confini. E che ieri è stata presentata in tutti i dettagli dal presidente della Fondazione Intour Simone Chierici, che non resiste al fascino dell’annuncio, anzi si confessa "in trepidante attesa". L’annuncio di un evento rodato nel calendario ma mai arrivato ai fasti di quest’anno. Le prenotazioni negli alberghi fioccano (+44% è la stima del presidente) ma poi alla fine quello che conta saranno le presenze complessive in città, i pernottamenti crescono ma sono tutti gli altri a disegnare un popolo di circa un milione e mezzo di persone: da sabato, il giorno del debutto, fino alla Befana. E soprattutto è un’occasione che si arricchisce oltre misura. L’esempio? Proprio i presepi. Davanti alla Biblioteca le scene realizzate dagli artisti delle Ville, la natività vivente più efficace della provincia. Ma ci sarà spazio anche per altre suggestioni. Chierici parla del Presepe di Greccio, quello ideato da San Francesco ma soprattutto quello raffigurato da Giotto nella basilica di Assisi: il presepe dei "tre tenori", i monaci che cantano alla nascita di Cristo. Sono le statue annunciate in arrivo da Assisi? O un ulteriore tassello alla città infinita? Vedremo. Una delle collocazioni più probabili è San Francesco, all’interno, non potendo rimanere le statue giganti all’aperto. Ma crescono le quotazioni di via Bicchieraia, a fianco del mosaico di Andreina. Forse due scene, ma di quelle che lasciano il segno. Intorno il mondo. Dai banchi tirolesi di piazza Grande, l’evento centrale e senza il quale la festa non sarebbe mai partita, a quelli locali del Prato, le Lego in Fraternita e nell’atrio d’onore della Provincia, gli stand tradizionali di San Jacopo e Risorgimento, quelli artigiani di Guido Monaco. E le grandi novità dell’anno: Eurochocolate, prima nel chiostro della biblioteca e poi in piazza della Libertà.
La Fortezza trasformata nel cuore pulsante della maratona, forte di una galleria di luci da far impallidire Las Vegas e della Casa di Babbo Natale. E il Bosco delle Emozioni al Prato,uno sfavillio di luci (sia pur a basso consumo) in un tandem tra l’effetto luminoso e i buoni propositi, a cominciare dalla piazzetta del vischio. Il Prato come la Fortezza guadagna posizioni confermando le sue attrazioni principali, dalla ruota panoramica che già fa il solletico al cielo alla pista di pattinaggio gigante, sullo stile di quella che corredava il piazzale della multisala.
Tutto sul nome delle arti e in particolare di Giorgio Vasari, la cui mostra troneggia a San Francesco ma si dirama poi a Sant’Ignazio e nei mille luoghi aretini dell’artista, in testa la sua casa, il Museo Medievale e la Badia. Un carosello di occasioni infinito e che metterà a dura prova tutto il sistema dell’accoglienza: i parcheggi (ridotti alla Cadorna per lavori e con spazi esterni al centro ricuciti da navette), i servizi, i locali. Con chicche dappertutto: compresa San Michele, la chiesa camaldolese affacciata sul Corso, teatro di un’esposizione che racconta la "Tregua di Natale" del 1914, una pausa nel tourbillon di luci, manicaretti, profumi e balocchi. Quando verrà Natale tutto il mondo cambierà: lo cantava Venditti e non ha idea neanche lui di quanto avesse ragione.
Lucia Bigozzi