LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Natale, spunta il Presepe di Assisi. Nel mirino le celebri statue giganti

Verrebbero spostate l’8 dicembre dal prato della Basilica al sagrato del Duomo. Trattative in corso

Natale, spunta il Presepe di Assisi. Nel mirino le celebri statue giganti

Il grande presepe di Assisi, composto da 50 figure a grandezza naturale: le scene dell’Annunciazione e della Natività potrebbero arrivare ad Arezzo

Il papà di quel presepe non c’è più, è scomparso alcuni anni fa ma lasciandosi alle spalle una "creatura"" incredibile. Che quest’anno potrebbe fare bella mostra di sè ad Arezzo. Il grande presepe di Assisi, realizzato nel 1995 da Carlo Angeletti, un artigiano innamorato della sua città: da allora campeggia sul prato davanti alla Basilica superiore. E rapisce l’attenzione dei turisti: di giorno ma forse soprattutto di notte, quando il gioco delle luci e i panneggi morbidi dei personaggi sembrano trasformarlo in un presepe vivente. Quella natività, circa 50 statue ad altezza naturale, è il grande obiettivo che la Città di Natale e la Fondazione Intour si sono dati. Un obiettivo alto ma che tra le pieghe di un tandem ormai reale con l’Umbria, sicuramente rinsaldato dall’arrivo di Eurochocolate, è meno impossibile di quanto non si pensi.

Da Comune umbro arriva la conferma di una trattativa in corso anche se ancora non completata. In ballo, è bene precisarlo, non è il trasferimento integrale dell’opera da Assisi ad Arezzo. Prima di tutto perchè la proprietà rimarrebbe al Sacro Convento e poi perchè a prendere la via del Natale aretino sarebbero due scene, per quanto determinanti: l’Annunciazione e la Natività.

La Fondazione da anni si era posta l’obiettivo di integrare l’evento con una presenza importante di presepi e bisogna dare atto di aver puntato al massimo obiettivo possibile. La sede, se l’intesa sarà siglata, sembra la più logica: il Sagrato della Cattedrale, anche se via via era spuntata l’ipotesi della terrazza della Provincia che si affaccia proprio davanti, in via Ricasoli. Ma è una sistemazione che non permetterebbe di godere appieno la qualità delle figure, che molti aretini conoscono per averle viste ad Assisi sul cosiddetto Colle del Paradiso.

Una storia avvincente: i manichini trovati in un convento dei cappuccini a Gualdo, un laboratorio di massa al quale tanti artigiani dettero una mano, i tessuti palestinesi riportati in Italia dall’altra parte del mare, per iniziativa di padre Nicola Giandomenico, scomparso da alcuni anni, il pioniere della Tavola della Pace, all’origine anche del famoso incontro interreligioso di Assisi guidato da Giovanni Paolo II. Nel tempo il presepe si è arricchito di tante figure, l’uscita dal Covid portò tra i protagonisti la statua di un’infermiera, dando non solo suggestione ma anche continuità nel tempo a quella idea. Che nel caso di Assisi accompagna i pellegrini e i turisti agli affreschi di Giotto nella basilica superiore: il tredicesimo è proprio quello che rappresenta il Presepe di Greccio, l’invenzione di San Francesco.

Se il presepe monumentale sbarcasse ad Arezzo sancirebbe una volta per tutte la marcia in più di un Natale diventato centrale a livello nazionale. L’eventuale varo sarebbe l’8 dicembre: il giorno nel quale tutti gli aretini realizzano i loro presepi nelle case. Fino alla casa comune, nel cuore del centro storico.