
Giovanni Nocentini
Arezzo 20 febbraio 2022 - Ci siamo sempre chiesti perché ad Arezzo, città etrusca, non si sia mai trovata una necropoli degna di un abitato così importante. Forse non si è mai cercata o forse è stata trovata, saccheggiata e dimenticata. Eppure una necropoli c’è, in un’area vasta, salvata dall’edilizia e da un progetto che la voleva trasformare in una cava, terra incolta o poco coltivata, una grandissima piana divisa dall’Arno in cui un occhio attento può ancora intravvedere cupole e affossamenti, proprio come tombe ipogee. Alcune di queste, nascoste nei boschi o da canneti o tra piante di ulivo, lasciano trapelare <camere> con soffitti a cupola, pareti a lastroni o con grandi pietre. Alcune hanno ingressi ben visibili come antichi ripari usati dai contadini o durante la guerra.
Giovanni Nocentini, storico dell’arte, antropologo delle religioni, studioso di culti precristiani e di archeoastronomia, dal 2019 ha condotto ricerche accurate nella Valle delle Piagge, tra Cincelli, Quarata e Pieve San Giovanni, proprio in quella area che cittadini, costituiti nel comitato civico La Valle delle Piagge, istituzioni, politici, agricoltori e titolati di agriturismi con le loro proteste hanno evitato si trasformasse in una gigantesca cava. E ha fatto la scoperta: è una zona ricca di tombe. Gli studi di Nocentini sono stati pubblicati nel libro “Una vasta necropoli nella Valle delle Piagge. Indagine preliminare sulla necropoli etrusca di Arezzo” edito da Effigi “Genius Loci” che verrà presentato oggi alle 15 a Pieve San Giovanni.
<Le prime ricerche le ho fatte guidato da una esperta del luogo, Maria Luisa Lapini, che è anche presidente del Comitato - ci anticipa Nocentini - poi studiando le mappe, le fotografie dall’alto, facendo sopralluoghi e osservando l’orientamento geografico e l’allineamento astronomico come facevano gli etruschi ho individuato tanti particolari che confermano un territorio organizzato, i certo la necropoli aretina fra i torrenti Faltognano, Volpaia e Fosso della Vialla con l’Arno che taglia in due la zona. Ci si arriva diretti seguendo il Decumano da est a ovest, il rettilineo che da Arezzo porta a Quarata e che dopo aver attraversato l’Arno continua nella stessa direzione, là dove tramonta il sole nel solstizio d’estate>.
Una localizzazione che per Nocentini rispetta tutte le <regole> degli etruschi, separata dall’acropoli, visibile dalla città, attraversata da un corso d’acqua perché la città dei morti andava raggiunta in barca, con orientamento da est a ovest. E di tombe sembrano essercene parecchie: <Sono a camera con copertura a falsa cupola - rivela Nocentini - tracciati rettilinei con cordoli di sassi, colline innaturali e affossamenti che fanno capire che ci sono stati crolli, coperture a Tolosh tipiche del periodo arcaico del VII secolo circa. Ho segnalato tutto alla Soprintendenza>.
Ma non esistono documenti che ne certifichino l’esistenza. <Gli unici che ho trovato di epoca medievale definivano l’area come ‘terra barbaritana’ perché mai antropizzata. Ma nell’ultimo libro di Franco Dall’Ara sul ‘Popolo di Cincelli’ ci sono testimonianze che attestano come nei primi anni del Novecento ci siano stati ripetuti scavi clandestini, un vero e proprio saccheggio di reperti venduti nei mercati antiquari europei. C’è da ipotizzare che le tombe siano state accuratamente svuotate. Gli stessi contadini e abitanti del posto ricordano che nella zona hanno visto strani ‘movimenti’ fino agli anni Ottanta”.
La Valle delle Piagge, questo quadrilatero segnato a nord da Pieve San Giovanni, a sud dall’Arno, a este dai torrenti Volpaia e Faltognano, a ovest dal Fosso della Vialla a sud-ovest da Cincelli e Meliciano, da oggi potrebbe riscrivere la storia di Arezzo.