di Matteo MarzottiAREZZONessun rimpianto. Così Paolo Lucci ha commentato la fine di una Dakar a dir poco complicata. Il centauro di Castiglion Fiorentino con la sua Honda ha dovuto affrontare le insidie del percorso, facendo i conti con alcune cadute e inconvenienti tecnici. La ripartenza, utilizzando il "jolly" per restare in corsa, fino ad arrivare alla caduta nel penultimo giorno, con la moto e Paolo costretti a tornare al bivacco in elicottero. Capitolo chiuso? Neanche per sogno. Come ha sottolineato lo stesso Lucci - postando una foto insieme ai componenti del proprio team sui social - dopo una notte di intenso lavoro la moto ieri mattina era nuovamente pronta per chiudere in modalità "experience" e non più in quella gara questa Dakar 2025.
"È stata una Dakar complicata - ha commentato Paolo al termine di questa edizione nel corso di alcune interviste - è accaduto davvero un po’ di tutto. Ad ogni modo sono contento di poter essere sempre ripartito e per questo motivo voglio ringraziare il mio team perchè tutti i ragazzi hanno lavorato benissimo ogni giorno e ogni notte. come mi sento adesso? Sono un po’ acciaccato però sono convinto di aver corso su una buonissima moto, sono soddisfatto. Adesso mi aspettano nuove gare, nuovi allenamenti, per potermi preparare al meglio in visto della prossima edizione, ma anche del mondiale rally". Insomma il centauro di Castiglion Fiorentino è deciso più che mai a lanciare un nuovo guanto di sfida alla Dakar mettendosi alle spalle le difficoltà di questa edizione, ma che rappresentano comunque un nuovo bagaglio di esperienza (davvero importante) per il futuro e la propria carriera sulle due ruote. Per lui ecco un 2025, un intero anno, in cui gareggiare nelle più importanti competizioni per potersi preparare al meglio in vista della prossima edizione della Dakar con il proprio team.
Se nelle parole di Lucci c’è gratitudine mista ad una comprensibile amarezza, di contro non ha nascosto alla vigilia dell’ultima tappa la propria emozione Stefano Marrini. Il pilota originario di Cesa era alla sua settima partecipazione alla Dakar. Un vero e proprio ritorno a distanza di cinque anni dall’ultima apparizione con il solo obiettivo di arrivare fino alla fine di questa edizione, portando il proprio veicolo dalla prima all’ultima tappa della Dakar. Un’avventura vissuta in compagnia del proprio navigatore, Matteo Lardori, a bordo di un veicolo leggero e di piccole dimensioni quale la Can-Am Maverick X3 su cui sono riusciti a mettere in campo le doti necessarie per superare le numerose difficoltà dell’edizione 2025 della gara. Fondamentale, in quest’ottica, è stato trovare il giusto equilibrio tra la velocità, il risultato e la necessità di tutelare il mezzo dai rischi di guasti e danneggiamenti costantemente in agguato, senza guardare alla classifica ma studiando la giusta strategia per arrivare al traguardo delle singole giornate. Le fatiche sui deserti hanno poi trovato seguito nel lavoro straordinario, nel corso della notte, per rimettere in sesto la Can-Am Maverick X3 nelle diverse componenti tra telaistica, elettronica, semiassi, sospensioni e mozzi con l’obiettivo di presentarsi quotidianamente al via nelle migliori condizioni possibili.