GAIA PAPI
Cronaca

"Nessuno coglierà le olive". È allarme manodopera. La Coldiretti organizza squadre di emergenza

La produzione prevista è abbondante, circa il 30 per cento in più del 2023. Peruzzi: "Il settore così è in sofferenza. E i giovani non sono interessati". Confagricoltura avverte: "Rischi nell’affidarsi a team esterni di raccolta".

I produttori lanciano l’allarme sulla mancanza di manodopera per la stagione

I produttori lanciano l’allarme sulla mancanza di manodopera per la stagione

"Non si trova manodopera sufficiente perla raccolta, il rischio che molte olive rimangano sugli alberi è alto". È un quadro netto quello di Niccolò Peruzzi del frantoio Cacioli di Policiano, che da oltre sessant’anni produce olio extra Vergine di oliva di alta qualità. "Un problema che sta attanagliando le nostre campagne ormai da cinque anni. In queste settimane, viste le previsioni di raccolta, sicuramente migliori dello scorso anno, sono già diversi i clienti che si sono rivolti a noi per chiedere se ci sono squadre per la raccolta. Ancora una volta in campo stranieri, soprattutto del Pakistan e del Bangladesh, di giovani nemmeno l’ombra. L’età media dei clienti dei frantoi è sempre più alta, i ragazzi hanno poco interesse e scarsi incentivi ad impegnarsi in questo settore", spiega Niccolò. Il problema della mancanza di manodopera, ormai incancrenito da anni, quest’anno si farà sentire con maggior forza tra i nostri olivi perché cimici e mosche, fortunatamente, non ci hanno messo lo zampino.

"Avremo quindi una produzione più abbondante, intorno al 30 per cento in più. Cerchiamo di fare squadre di raccolta, ma la manodopera è sempre poca" spiega la presidente di Coldiretti, Lidia Castellucci. "Ci sono aziende famigliari che riescono a supplire con l’impiego di parenti. Altre che optano su tempi più prolungati di raccolta, da ottobre a dicembre. In alcuni casi scelta che può risultare pericolosa. E poi ci sono gli oliveti moderni ormai meccanizzati che in una giornata raccolgono grandi quantità di olive. Quantità e velocità, probabilmente in un prossimo futuro la strada sarà quella verso una meccanizzazione degli impianti, in virtù anche del fatto che l’olio italiano è sempre poco, non riusciamo infatti a soddisfare le esigenze, costringendoci ad importarne una grande quantità".

"Nelle nostre campagne oltre alle famiglie, per le raccolte esisteva la compartecipazione. Una tradizione molto radicata in tutta la Toscana che prevedeva la compartecipazione, appunto, nella raccolta da parte di persone che volevano farsi un po’ di olio buono; oggi però le generazioni più rurali, allettate da questa possibilità, stanno sparendo e non c’è un ricambio generazionale" spiega il presidente di Confagricoltura, Carlo Bartolini Baldelli. "E così per molte aziende la soluzione è ricorrere a squadre esterne di raccolta, ma con tutte le problematiche per non incorrere in sanzioni e per essere sicuri che le persone siano in regola da un punto di vista contributivo. Ma il settore non ha una grandissima remunerazione, (se da una parte il prezzo dell’olio può sembrare caro, i costi di gestione di una oliveta sono molto importanti e talvolta quanto guadagnato non basta a coprire le spese), così ci saranno situazioni più marginali in cui la raccolta verrà trascurata" continua Bartolini Baldelli.

"Le olive ci sono, anche se a macchia di leopardo. Tendenzialmente, sarà un’annata non di stracarico, ma abbastanza abbondante e sana, in grado di dare soddisfazioni. La speranza è che ci si adoperi per levarne il più possibile".