
Niro Perrone e la vignetta finita in copertina del New York Times
Arezzo, 26 marzo 2025 – Donald Trump come Mosè, ma invece del Mar Rosso davanti alle sue braccia tese si apre un mare di petrolio; sullo sfondo non c’è la terra promessa, ma un’industria. Niro Perrone, aretino, grafico da sempre e illustratore per caso, da quando nei primissimi mesi del Covid ha scoperto di saper disegnare grazie a un’innocente richiesta dei suoi figli, si immagina così le politiche energetiche dell’attuale amministrazione americana, “il tira e molla tra combustibili fossili ed energie rinnovabili” scrive nel post sui social in cui spiega l’immagine. Finita nientemeno che sul New York Times, alla sezione Opinion.
Niro, che ha già esposto i suoi disegni ad Arezzo, Firenze e al Gazometro di Roma, ma anche in gallerie a Time Square, a Miami, Lugano, Ghent e Liverpool, che ha lavorato anche per Ozzy Osbourne, ci racconta com’è nata quella che definisce “l’illustrazione che per ora mi ha fatto sentire più orgoglioso”.
Destino, fortuna, caso: non sa spiegarsi ancora come sia accaduto, ma è successo. “Seguivo sui social uno degli art director del Nyt e a un certo punto, non so bene perché - ammette - ha iniziato a seguirmi a sua volta. Io l’ho vista come un’occasione, chissà che non possa nascere un’opportunità, ma non pensavo succedesse davvero. E invece. Mi ha mandato una mail, inizialmente l’ho un attimo bloccata perché avevo un’altra consegna, ma il giornale ha scadenze immediate, mi hanno contattato il venerdì e il sabato pomeriggio ho dovuto mandare 3 bozzetti. Quando l’ho letta ho letteralmente messo in pausa tutta la vita e mi ci sono dedicato completamente”. Da quello schizzo per i suoi bambini ne è passato di colore sui pennelli, o meglio sugli schermi, visto che finora ha lavorato praticamente solo in digitale: “Ho fatto il percorso inverso rispetto al mio passato - continua Perrone - Producevo musica elettronica, avevo una mia etichetta, partendo da una ricerca con poco l’aiuto del computer; nell’arte invece lavoravo con gli Nfc finché non è esplosa la bolla, ma ora sento l’esigenza di avere più contatto col reale, così adesso mi dedico ai quadri in acrilico”.
Non lo definisce un dono, il suo, quanto piuttosto uno sfogo. Non legge fumetti né guarda cartoni animati, non ha fatto studi di disegno. Eppure in pochi anni il suo talento è esploso. E quella vignetta su uno dei giornali più importanti al mondo lo dimostra. “I miei disegni sono il frutto di quello che vivo nel quotidiano, fatti che mi accadono, trasfigurandoli in modo surreale, o fatti di cronaca. È un bisogno”. E un sogno nel cassetto ce l’ha? “Non me lo sono mai chiesto, vivo molto alla giornata. Comunque se me lo chiedi oggi direi questo discorso dell’editoria può essere interessante” conclude.