Arezzo, 05 giugno 2024 – Michele Rossi candidato di “Impegno per Castelfranco Piandiscò”, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni candidato di “Insieme per Cavriglia”, Moreno Botti candidato “Terra dei Valori” a Loro Ciuffenna, per Figline Incisa Leonardo Pagliazzi, candidato di “Idea Comune” e Marco Pompeo, candidato di “Sinistra per l’Alternativa", Alice Vieri candidata di “Progressisti per San Giovanni”, Lisa Vannelli candidata delle "Liste civiche Sangiovannesi” e Valentina Vadi candidata di “Progetto per San Giovanni”. Questi i candidati a sindaco che hanno risposto alla lettera-appello contro la Multiutility del Comitato Acqua Bene Comune Valdarno e del Coordinamento delle Associazioni No Multiutility. "Grazie a chi ha firmato: dimenticare il referendum e mettere la testa sotto la sabbia non funziona - hanno spiegato le due associazioni - Con questo documento, inviato alle persone candidate a svolgere il ruolo di sindaco nell’attuale tornata elettorale nel nostro Valdarno, abbiamo chiesto a chi aspira ad essere riconfermato o a diventare amministratore della cosa pubblica in Toscana di esprimere un pronunciamento chiaro sull’operazione Multiutility".
Sono state ricordate le motivazioni che hanno portato a questa iniziativa: "per invitare i futuri amministratori a dire no alla prospettiva di privatizzazione e finanziarizzazione dei servizi che l’operazione Multiutility presuppone; per fermare la quotazione in Borsa e consentire che i servizi rimangano saldamente in mano pubblica; per evitare che le società di gestione del servizio idrico diventino “macchine per dividendi”, interessate assai più a remunerare i soci che alla qualità della gestione; per impedire che le amministrazioni di minori dimensioni siano sostanzialmente estromesse da qualsiasi possibilità di far sentire la voce dei territori più piccoli. Ma soprattutto - hanno aggiunto le due associazioni - lo abbiamo fatto per trasparenza e chiarezza: per restituire visibilità ad un tema che i promotori dell’operazione (i sindaci Pd di Firenze, Prato ed Empoli, e a seguire, con le consuete ambiguità, l’intero Partito Democratico) hanno voluto deliberatamente escludere dalla campagna elettorale. Temendo di diventare impopolari, i promotori hanno coscientemente evitato di trattare questo tema in dibattiti o confronti pubblici: di fatto impedendo ad elettrici ed elettori di esprimere un voto consapevole e informato su uno dei temi decisivi per la vita e il funzionamento delle future amministrazioni locali".
"Nonostante il silenzio - hanno proseguito il Comitato Acqua Bene Comune Valdarno e il Coordinamento delle Associazioni No Multiutility -la lettera-appello è stata firmata da 8 candidate/i, i cui nomi sono allegati a questo comunicato. Nel ringraziare con calore le/i candidate/i che hanno assunto gli impegni da noi sollecitati, invitiamo gli elettrici e gli elettori dei diversi territori a tenere conto dell’impegno assunto da queste/i candidate/i quando l’8/9 giugno si recheranno alle urne. A tutte e tutti coloro che hanno invece ritenuto di non firmare la lettera-appello, ricordiamo che scegliere di sostenere l’operazione Multiutility significa assumere una grave responsabilità, che è allo stesso tempo politica, sociale, economica e culturale. In ultima analisi - hanno continuato - non contrastare l’operazione significa cancellare e rimuovere – per l’ennesima volta, purtroppo – l’esito referendario del 2011: un esito chiarissimo che nessun equilibrismo dialettico e nessuna arrampicata sugli specchi può rendere compatibile con la decisione di dare vita ad una concentrazione di potere funzionale solo a produrre utili e a distribuire dividendi a partire da una gestione di tipo privatistico di un bene comune come l’acqua". "Ricordiamo infine che tacere sui temi scomodi e impopolari non è mai una scelta appropriata - hanno concluso i due movimenti - Ancora di meno lo è però se si pretende di conciliare l’inconciliabile (l’acqua pubblica e la quotazione in Borsa, la riduzione delle tariffe e la rincorsa ai dividendi, l’amministrazione democratica e la cancellazione della voce dei piccoli territori) mettendo la testa sotto la sabbia in campagna elettorale".