
Non è un’occupazione per giovani. Solo un under 24 su cinque lavora
Arezzo è la provincia con il tasso di occupazione giovanile più basso in tutta la Toscana. Meno di un giovane su cinque lavora e nemmeno di una ragazza su dieci ha un impiego.
A dirlo è il report della Regione Toscana sull’occupazione realizzato sulla base dei dati Istat per il 2023. Ad Arezzo soltanto il 19,2% della popolazione tra i 15 e i 24 anni ha un impiego, che scende al 9,8% se si guarda soltanto il mondo femminile under 24. Tra l’altro anno si tratta di numeri in diminuzione rispetto l’anno precedente: nel 2022 il tasso di occupazione giovanile era al 29%, ben sopra la media regionale e anche i numeri per la componente femminile erano più alti.
Va precisato però che il tasso di occupazione mette in rapporto gli occupati sul totale della popolazione (in questo caso i giovani tra i 15 e i 24 anni), compresi quindi tutti coloro che non cercano un impiego come gli studenti, che siano delle superiori o dell’Università.
Fatto sta che il tasso di occupazione giovanile ad Arezzo è quasi 5 punti percentuali minore rispetto quello della Toscana (23,6%). Ecco perché sarebbe stato più prezioso il tasso di disoccupazione giovanile (che indica chi cerca un impiego sul totale della forza lavoro), che però non è fornito dalla Regione. Ma a prescindere, se è vero che da una parte un basso tasso di occupazione giovanile potrebbe indicare un territorio nel quale non c’è abbandono scolastico e nel quale i giovani decidono di specializzarsi proseguendo gli studenti universitari; va ricordato che la nostra provincia è una terra da cui i ragazzi e le ragazze scappano, e quindi il dato diventa la spia di un territorio poco attrattivo. La crisi economica ha colpito i giovani in maniera particolarmente dura. La crisi dell’occupazione giovanile non è solo un aspetto della più ampia situazione occupazionale, ma ha caratteristiche e dimensioni specifiche.
Una sorta di fuga di cervelli. Questo vale non tanto per i diplomati in istituti tecnici o professionali, quanto per i laureati che spesso nella loro terra non riescono a trovare un impiego: o almeno, uno che tenga conto della loro formazione. E da qui tutto il problema del mismatch ovvero la difficoltà a incontrare domanda e offerta di lavoro che si presenta nella situazione apparentemente paradossale di aziende in cerca di lavoratori, da una parte, e di disoccupati in cerca di lavoro, dall’altra.
Per citare un altro dato, l’anno scorso un rapporto della Cgia Mestre stimava che erano circa 6mila i giovani che Arezzo aveva perso tra calo della natalità ed emigrazione verso altre province in cui il futuro appariva meno torbido. Si tratta di un calo del 10%, tre volte superiore rispetto alla flessione a livello regionale (-3,6%). Ma insomma: c’è anche un bicchiere mezzo pieno.
Il tasso di occupazione totale in provincia di Arezzo è il più alto di tutta la Toscana (71,6%) e anche il tasso di disoccupazione (5,3%) è in linea con la media regionale, con il tasso di disoccupazione femminile tra i più bassi della regione (5,1%).