"Non esce più da casa" Ex Cadorna, choc a 11 anni

La mamma: "Non è tornata a scuola dopo l’aggressione, fuori solo per le visite". Continuano gli effetti di quel sabato nero. Lei era all’incontro sul bullismo.

"Non esce più da casa"  Ex Cadorna, choc a 11 anni

"Non esce più da casa" Ex Cadorna, choc a 11 anni

"No, non riesce più ad uscire di casa". L’unica eccezione è quella delle visite mediche o di quanti la stanno aiutando per cercare di farle superare lo choc. Uno choc, racconta la mamma, che è ancora lì, sotto pelle.

Lei è la ragazza, o forse dovremmo dire la bambina, di undici anni al centro tre sabati fa dell’episodio ormai famoso alla ex Cadorna. Un incontro con alcune ragazzine diventato, nel racconto di lei e della madre, una vera aggressione, a suon di spinte e di schiaffi. Ricostruzione che invece le famiglie di altre protagoniste negano attraverso i loro avvocati.

Escludono un agguato, si spostano sul fronte della rissa nella quale ognuno dava e prendeva dei colpi: anche loro parlano di episodio grave ma senza che un "branco" si fosse scagliato contro una sola ragazza, per di più di 11 anni.

La verità potrà venire solo dalla polizia, che da quel sabato è al lavoro sia sulla raccolta delle testimonianze dei protagonisti che sulle immagini. Le poche note a tutti vedono la ragazza nel mirino e su quelle la mamma sposta tutta l’attenzione. Di video ce ne sarebbero altri ma per ora non divulgati.

Ma intanto le scorie pesantissime di quel sabato restano. "Sono passate tre settimane ma hanno il peso di un giorno. La bambina non riesce proprio a riprendersi". Nel giorno della manifestazione di protesta dei comitati alla Cadorna si era affacciata con la mamma: ma ne era fuggita subito, sconvolta dai ricordi della settimana prima.

Ed è quello, racconta la famiglia, che continua a succedere. "Di ritornare a scuola non se la sente, non ce la fa proprio". Anche se i suoi compagni continuano a cercarla e a chiedere. Al posto della presenza in classe la scuola è riuscita a organizzare la didattica a distanza, sullo stile dei mesi della pandemia. "Ma anche quella le pesa, sente lo stacco dagli altri, difficilmente riesce ad andare oltre le due o tre ore di lezione". La mamma singhiozza al telefono, teme tempi lunghi.

Le irrisioni via Instagram denunciate nei primi giorni sono continuate? "Sinceramente non lo so: le abbiamo spento il telefono e lo teniamo noi, proprio per evitare altri contraccolpi". La ragazza è comunque seguita e c’è un percorso che sta portando avanti proprio per gettarsi alle spalle questa stagione amara della sua vita.

Mentre, è chiaro, anche la famiglia aspetta con ansia che emergano chiarimenti dalle indagini, pur non dubitando in nulla sulla versione della bambina, ripetuta mille volte da allora.

"Ma quello che continua a colpirmi è che nessuno si sia fatto vivo, tra quanti quel giorno erano nella piazza, per chiedere semplicemente come stesse. Dico la verità, sarebbe davvero il minimo". Tra pochi giorni sarà passato un mese da quei momenti: ma il tunnel buio resta sempre quello.

Alberto Pierini