La scelta di campo apre il nuovo corso. Tramonta l’era dei grillini, nasce quella dei progressisti. La rivoluzione lanciata dal voto interno nazionale, sbarca anche in provincia con il gioco delle alleanze. Ci sarà un confronto a tutto campo e sui temi cruciali per il movimento, con in testa la transizione ecologica, ma non sarà un totem. Perchè Tommaso Pierazzi, al timone del movimento a livello provinciale, guarda con molto interesse anche (e forse sopratutto) all’ala sinistra, da Avs a Romizi di Arezzo 2020. Sullo sfondo, la sfida per Palazzo Cavallo, nel 2026.
Pierazzi, lei era all’assemblea di Roma. Cosa riporta ad Arezzo del passaggio storico per il movimento?
"Avevamo bisogno di ritrovarci tutti insieme, l’ultima volta è stato prima del Covid. Ed è stato emozionante".
La svolta di Conte la convince? E perchè?
"Mi convince perchè era inevitabile. Dopo l’esperienza di governo, è chiaro che c’è un approccio diverso".
In che senso?
"Non più e non solo di protesta ma anche di risposte concrete ai problemi, ovvero l’impegno a costruire soluzioni sempre più efficaci e fattibili. L’esperienza di governo ci ha fatto maturare anche relativamente al percorso da fare per affrontare le problematiche che i cittadini ci sottopongono".
Un movimento non più di lotta ma di governo?
"Ci siamo resi conto che le esperienze maturate sul campo sono valore aggiunto. Quindi, se poteva essere giusto proporre il vincolo di due mandati all’inizio della nostra esperienza politica, adesso che dobbiamo tirare una riga per capire cosa siamo, è innegabile che quelle esperienze restano importanti per il nostro cammino. Tuttavia dobbiamo guardare avanti e la richiesta di abolizione del vincolo dei due mandati, compresi i consiglieri comunali, va in quella direzione".
Ma non c’è il rischio di snaturare l’origine del movimento che ora di fatto con la svolta di Conte diventa partito?
"Ci collochiamo comunque in una posizione diversa tra partiti tradizionali. E questa caratteristica è stata anche nel percorso costituente, partecipato. Tuttavia gli iscritti, non la classe dirigente, hanno scelto il nuovo percorso da tracciare".
Qual è l’effetto sulle alleanze nel campo progressista? Alleanza di ferro col Pd?
"La sfida che esce dalla costituente è questa: un ambito chiaro dove agiremo è il campo progressista e in quell’area intendiamo portare chi ne fa parte a discutere, a confrontarsi sui programmi perchè altrimenti se non c’è convergenza sui temi, a parole si può dire siamo tutti progressisti, ma nel concreto resta difficile trovare la quadra".
Su quali punti siete irremovibili?
"Ambiente e transizione ecologica devono avere un percorso chiaro".
Faccia un esempio.
"Bene il no all’ampliamento dell’inceneritore di San Zeno ma a monte ci deve essere un percorso che ci vede allineati sugli obiettivi".
Medioetruria: il Pd punta alla stazione a Rigutino.
"Noi invece siamo contrari alla nuova stazione e chiediamo il potenziamento delle stazioni di Arezzo e Chiusi con più treni veloci. In fondo pure l’ipotetica stazione a Rigutino sarebbe collegata su gomma e dunque si torna al ragionamento iniziale sulla transizione ecologica e la mobilità sostenibile".
Incontrerà presto la segretaria provinciale dei dem Barbara Croci?
"È innegabile che ci devono essere incontri in cui conoscerci meglio. E si entrerà nel merito quando si inizia a parlare di visione della città e delle soluzioni per migliorarla".
Candidato sindaco Pd per le comunali nel 2026?
"Questo è da decidere e non è detto che il percorso sia con il Pd e non possa essere, invece, con con le altre forze progressiste. Guardiamo con interesse ad Avs e Arezzo 2020 perchè abbiamo una condivisione programmatica anche in Europa".