CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

Notte nella morsa del fuoco. Nuovo incubo per Vannetti. Sotto choc in ospedale. Danni per quattro milioni

Per la terza volta l’azienda di legname Donati semidistrutta dalle fiamme. L’imprenditore accorre e tenta di frenare l’incendio: portato al pronto soccorso.

Notte nella morsa del fuoco. Nuovo incubo per Vannetti. Sotto choc in ospedale. Danni per quattro milioni

Per la terza volta l’azienda di legname Donati semidistrutta dalle fiamme. L’imprenditore accorre e tenta di frenare l’incendio: portato al pronto soccorso.

Una densa nuvola di fumo e lingue di fuoco alte fino a venti metri, visibili anche da chilometri di distanza, squarciano il buio della vallata e rompono la quiete di un normale lunedì che volge al termine. Perchè sono già le 22.15, ma l’inferno per la Donati Legnami di Sansepolcro, nel cuore della zona industriale di Santafiora, è appena cominciato. E il colpo d’occhio di chi si precipita a vedere cosa è successo, è tale da far capire che stavolta la situazione è più grave di quelle precedenti, nel ricordo di fatti analoghi datati 31 luglio 2008 e 1 dicembre 2014. Se non altro, le dimensioni dell’incendio sono di gran lunga più vaste. Il rogo ha infatti attaccato una parte considerevole della superficie di un’azienda affermata e oramai "storica" nell’ambito dell’imprenditoria cittadina, specializzata nella lavorazione del legno: pavimenti e case, bioparquet, bioedilizia, porte, scale e coperture.

Avvvolti dalle fiamme l’ampio deposito nel quale erano collocati materiali e lavorati pronti per essere consegnati: quintali di prodotto in fumo mentre le coperture, le strutture metalliche e i bandoni iniziano a piegarsi sotto l’effetto dell’elevata temperatura che rende impossibile a chiunque restare nelle vicinanze. In queste condizioni sono costrette a lavorare le tante squadre di vigili del fuoco subito allertate: ci sono quelli di Sansepolcro, Arezzo, Firenze, Siena, Perugia, Città di Castello della provincia di Forlì Cesena: un "esercito" di 50 unità con 15 autobotti impegnato in una dura notte di lavoro. Il rifornimento di acqua è garantito dagli impianti antincendio messi a disposizione dal vicino stabilimento Newlat, mentre un ingrosso di bibite limitrofo allo stabilimento in fiamme provvede, attraverso i volontari della Croce Rossa, a distribuire acqua e integratori ai vigili del fuoco e al personale di supporto. L’area attaccata dalle fiamme viene isolata dai carabinieri per un raggio di 200-300 metri, anche per impedire l’avvicinamento delle tante persone che arrivano coi telefonini per filmare e fotografare l’incendio. Di tanto in tanto, si sente anche qualche scoppio tra la nuovola di fumo e le lingue di fuoco: in quello spazio, sono rimasti intrappolati anche due mezzi e i muletti della ditta, mentre altri sono stati salvati dai titolari dell’azienda. La tempestività dei pompieri ha fatto sì che le fiamme non si estendessero alla segheria, alla palazzina uffici e all’altra struttura esterna, così come a una fabbrica adiacente, che comunque ha avuto le vetrate distrutte: l’assenza di vento è stata provvidenziale per evitare ulteriori problemi. La stima dei danni si aggira intorno al 4-5 milioni di euro, non dimenticando il risvolto occupazionale, con il rischio di cassa integrazione per la trentina di dipendenti.

Intorno alle 23 è stato attivato anche il 118 per due persone colte da uno stato di agitazione: si tratta di due soci della Donati Legnami, e uno di questi è Ferrer Vannetti 59 anni, presidente di Confartigianato Toscana e al timone del Palaffari di Arezzo. È stato soccorso e trasportato in codice giallo al pronto soccorso dell’ospedale della Valtiberina. Insieme a lui anche un altro socio dell’azienda ha avuto bisogno delle cure dei sanitari. Poi entrambi sono stati dimessi ieri mattina. Anche il sindaco Fabrizio Innocenti e alcuni assessori hanno raggiunto Santafiora e assistito alle operazioni per domare il rogo. Ieri mattina, la situazione era sotto controllo, anche se i focolai sono continuati per l’intera giornata, in attesa di procedere con l’attività di bonifica. Sulle cause dell’incendio, tutto sarebbe originato da un cortocircuito partito da un muletto. L’ipotesi iniziale dell’incendio doloso potrebbe essere scartata secondo i primi rilievi dei vigili del fuoco e dei carabinioe. Ma le indagini non si fermano.