Nuovo asilo nido a Castelfranco. E’ bagarre politica

Il Pd e la lista Sentire Comune contrari all’ubicazione della nuova struttura.

Massimo Mandò

Massimo Mandò

Arezzo, 05 luglio 2024 – "Andare contro le famiglie è la vera proposta dell'Amministrazione del “cambiamento”? Questa la domanda che si sono posti il Partito Democratico di Castelfranco Piandiscò e la lista "Sentire Comune", in opposizione in consiglio comunale. L'argomento è quello dibattuto negli ultimi giorni, l'ubicazione del nuovo asilo nido che sarà realizzato con i fondi del Pnnr. La giunta Rossi ha ha nnunciato che troverà posto a Castelfranco, una destinazione che non trova concorde la minoranza che ha sottolineato, tra l'altro, notizie discordanti sulla collocazione del nuovo nido. "Prima dichiarano che ci devono pensare, poi escono testate giornalistiche che dicono il contrario, poi arrivano consiglieri di maggioranza che smentiscono la notizia, non è che stanno utilizzando la strategia del lanciare il sasso? E poi non capiamo come si possa considerare una soluzione così insensata. Non c’è alcuna giustificazione valida per realizzare il nuovo nido a Castelfranco", hanno spiegato Pd e Sentire Comune. Vari i motivi che, secondo l'opposizione, spingono per un'altra ubicazione. "Faella e Pian di Scò non hanno un nido pubblico, mentre Castelfranco ne ha già uno nuovo e adeguato - hanno sottolineato - Il nido paritario di Pian di Scò versa in grosse difficoltà a causa dei necessari interventi da fare nella struttura che lo ospita, attualmente è stato spostato in una struttura in affitto, ad oggi non si intravede una soluzione definitiva”.

"Una simile situazione di difficoltà si trova nel paritario a Faella, che necessiterebbe di interventi strutturali. La maggioranza ha avuto il buon gusto di parlare con le parrocchie che gestiscono i nidi? - si sono chiesti Pd e Sentire Comune - C'è poi i valore della prossimità dei nidi: crediamo che i servizi per le fasce più deboli della popolazione, i bambini e gli anziani, debbano essere capillari nel territorio. La mancanza di posti nido è un problema noto non solo in tutto il Comune ma in Italia, proprio per questo non esiste una competizione fra i nidi. Nessuna struttura del genere chiuderebbe se ne venisse aperta un altro, poichè la domanda è molto più alta rispetto all’offerta, e lo sarà anche nel medio periodo". Ci sono poi, per la minoranza, alternative tecniche più fattibili. "A Faella ci sono zone o strutture adatte ad ospitare il nuovo nido, come indicato nel nostro programma. Le valutazioni su Faella sono state molto superficiali e la colpa non è della mancata approvazione del PO, come sostiene il capogruppo di maggioranza Pieralli, ma delle vostre scelte. Per Piandiscò invece esiste già una relazione tecnica adeguata sull'area dell'attuale scuola, molto più conveniente a livello economico - hanno aggiunto i rappresentanti dell'opposizione - Assumetevi dunque la responsabilità e non millantate scuse che non hanno consistenza! Castelfranco, poi, ospita già una struttura per bambini da 0-6 anni, come consigliato dal Ministero dell'Istruzione. Creare un nuovo nido in un’altra struttura causerebbe una separazione fisica con la scuola dell’infanzia. Qual é il parere dei docenti e della dirigente scolastica? sono stati preventivamente sentiti? Cosa ne pensa l'assessore alla scuola Gagliardi, strenua sostenitrice dei servizi diffusi e delle battaglie anti accorpamento con AlleaFaella. Ora che ha vinto si è già dimenticata del suo paese?".

Altro aspetto sottolineato, i costi, definiti enormi. "L’ex materna di Castelfranco deve essere anche consolidata sismicamente, per un totale di quasi un milione di intervento totale, mentre costruire una nuova struttura costerebbe meno (sui €500.000). Perché dilapidare risorse pubbliche?" Ci sono poi le prospettive di sviluppo. Secondo Pd e Sentire Comune il centro di Castelfranco ha meno prospettive di sviluppo urbanistico rispetto a Faella e Pian di Scò. "Con questa scelta a Castelfranco ci saranno quattro strutture educative per un totale di 1900 abitanti, un record nazionale che ignora ogni ottimizzazione dei costi\benefici. Riguardo poi alle tempistiche - hanno aggiunto - I lavori devono essere assegnati entro il 31 ottobre e c’è il serio rischio di perdere il finanziamento, Infatti, come sarà possibile realizzare un progetto serio in meno di 4 mesi, inclusi 2 mesi per la gara d’appalto? perché non puntare su progetti già pronti che potrebbero essere utilizzati? Questa è una scelta contro la maggior parte delle famiglie del nostro comune, per creare un danno a questi centri". Secondo la minoranza a Castelfranco, che ha già avuto negli anni ingenti finanziamenti per il ripristino delle scuole, questa ulteriore opera non porta vantaggi, anzi a livello pedagogico la scelta peggiora la situazione attuale. "Ci chiediamo cosa stiano facendo gli assessori e consiglieri di Faella e di Pian di Scò, non vogliamo accettare l'idea del “baratto” ossia che a Faella si fa la rotonda e a Pian di Scò via Monamea in cambio di questo nido: queste opere sono importanti a prescindere dalla collocazione di questo servizio pubblico fondamentale! Speriamo in un ravvedimento urgente. È inutile fare le strade e le rotonde se poi nei paesi non ci sono i servizi per i residenti, i paesi si spopolano e le strade resteranno per la sola gloria di chi le ha volute. Invitiamo tutti i cittadini e non solo quelli dei centri di Faella e Pian di Scò a far sentire la propria voce, sia pubblicamente sia direttamente con i rappresentanti in consiglio comunale, perché questa è una scelta insensata e contro di loro", hanno concluso Pd e Sentire Comune.