
Nell’ultimo anno e mezzo sono 25 i ragazzi non accompagnati sono stati accolti dal centro Tahomà di Bibbiena e da famiglie.
Favorire l’inclusione dei minori stranieri non accompagnati arrivati in Toscana e l’inserimento nella loro comunità di arrivo, prevenendo così fenomeni di sfruttamento, al termine del loro percorso nel sistema di accoglienza. Con questo obiettivo il progetto "Giovani e comunità", realizzato da Oxfam Italia, ha portato nell’ultimo anno e mezzo un sostegno concreto a decine di ragazzi e ragazze accolti nei centri gestiti dall’organizzazione a Arezzo e Cecina.
Un percorso virtuoso partito dall’ascolto dei loro bisogni e proseguito con lo sviluppo di competenze linguistiche e culturali e la realizzazione di corsi di teatro, musica e molto altro ideati dagli stessi ragazzi, grazie alla collaborazione con numerose associazioni locali e i Community Center di Oxfam presenti nelle due città: punti di ascolto e orientamento ai servizi del territorio, al lavoro per l’inclusione di tanti cittadini italiani e stranieri in difficoltà.
Sono 25 i ragazzi accolti nella nostra provincia, grazie al progetto attivato nel 2021: 18 sono ospiti del centro di accoglienza Tahomà di Bibbiena, gli altri nelle famiglie. I ragazzi, inviati dal ministero degli interni e da altri centri, o alla loro prima accoglienza, vivono in tre appartamenti, in ognuno sono ospitati sei ragazzi dai 16 anni di età, e vi potranno rimanere fino a 21. Ragazzi e ragazze che arrivano nel nostro Paese senza familiari e con alle spalle percorsi e viaggi terribili, che lasciano segni profondi.
"Da noi arrivano giovani che non fuggono solo dalla guerra, ma da situazioni personali che possono essere pericolose o che non permettono una vita dignitosa" spiega Chiara Melina Paluani (nella foto), presidente dell’associazione Tahomà.
Un’associazione in cui lavora una squadra di professionisti, una equipe formata da operatori, sanitari, legali, educatori professionali, psicologi, mediatori, notturni.
Varie professionalità a servizio dei giovani per seguirli da un punto di vista legale, scolastico, per l’inserimento in corsi di formazione, e in quello sociale, per la ricerca di un lavoro. Insomma di una vita nuova.