GAIA PAPI
Cronaca

Occupazione a due velocità. Un posto ai mercatini tira. Ma mancano i camerieri

Sono cinquecento le domande per i soli novanta posti nel villaggio di Natale. Intanto i ristoranti faticano con il personale a reggere le prenotazioni del ponte. Vestri: "Anche se manca personale, non ci spaventa raddoppiare i turni".

Occupazione a due velocità. Un posto ai mercatini tira. Ma mancano i camerieri

Sono cinquecento le domande per i soli novanta posti nel villaggio di Natale. Intanto i ristoranti faticano con il personale a reggere le prenotazioni del ponte. Vestri: "Anche se manca personale, non ci spaventa raddoppiare i turni".

Una novantina di posti a fronte di 500 domande. E’ l’effetto mercatini tirolesi. Anche quest’anno si rinnova la corsa ad un posto di lavoro fra le trentanove costruzioni in legno di quello che ormai è il più grande mercato tirolese in Italia. Ma se gli aspiranti tirolesi sono aumentati anche rispetto allo scorso anno, si respira un clima ben diverso tra ristoranti e bar dove, se la mancanza di manodopera è ormai cronica, durante la Città del Natale il problema assume dimensioni enormi.

"Siamo in grandissima difficoltà" spiega Maicol Cerofolini, proprietario dello storico bar "Da Stefano" in Corso Italia. "La prima domanda che ti fanno è se dovranno lavorare nel fine settimana. A risposta positiva si dileguano" continua. "Come faremo sotto Natale? Non lo so. Già lo scorso fine settimana durante il quale è stata alta la presenza di turisti, siamo stati in difficoltà. Ho dovuto chiudere alle 18. E adesso mi mancherebbero tre persone per garantire turni più tranquilli, ma non si trova nessuno" spiega. Non va meglio tra i ristoranti. Teresa Amendola, titolare del "Tre Bicchieri" ci dice: "Ho rinunciato a trovare personale qualificato. Non trovo camerieri, cuochi, sommelier. Prima del Covid ci arrivano cv. La pandemia ha cambiato tutto, si dà priorità al tempo, a se stessi, e meno al lavoro. Siamo quindi arrivati al punto che diminuirò i posti a sedere" ci spiega. Come affronterete i numeri tipici della Città del Natale? "Faremo quello che possiamo, cominciando a diminuire i tavoli, appunto. Abbiamo alternative? Cercheremo di accontentare tutti il più possibile. La Città del Natale è stato un trampolino di lancio, e come tale lo sfrutteremo al massimo, senza diminuire la qualità del servizio".

Ai "Tre Bicchieri" mancano all’appello almeno due persone in cucina, e una in sala. "Spero che la Città del Natale porti gli stessi risultati dello scorso anno. Noi, nonostante tutto, siamo pronti." "La carenza di personale è ormai cronica, si accentua ovviamente in questo periodo, ma ormai ne abbiamo esperienza, si ripete da anni e abbiamo iniziato ad organizzarci" ci racconta Federico Vestri, presidente dell’associazione Ristoratori di Confcommercio Arezzo, oltre che titolare del Crispi’s. "Forse spaventa un lavoro continuativo. Ai mercatini tirolesi il contratto è di breve durata. Fatto sta che in sede di colloquio quasi mai riusciamo ad arrivare a parlare di retribuzione" spiega. "Già abbiamo sofferto in questi ultimi giorni in cui sono arrivati tanti turisti.

Durante la Città del Natale, soprattutto nel fine settimana, i turni non si fermano mai, abbiamo quindi bisogno di personale in più. Per questo ci siamo organizzati già in estate. Adesso i nuovi stanno lavorando per turni più piccoli, sapendo che a dicembre si intensificherà notevolmente il lavoro". Chi sono? "Sono soprattutto studenti universitari e delle superiori, la loro presenza ci permette di prendere prenotazioni e non limitare posti a sedere". Quindi se pur tra mille difficoltà, "Le previsioni sono ottime. Arezzo è sempre più valutata a livello nazionale. Le prenotazioni negli alberghi sono già superiori rispetto all’anno scorso. Non aspettiamo altro. Anche se manca personale, non ci spaventa raddoppiare i turni, lo abbiamo dimostrato l’anno scorso nel ponte dell’8 dicembre".