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Potrebbe ripartire nelle prossime settimane il processo ai tre funzionari dell’Anas sotto accusa per il reato di omessa manutenzione. Dopo il difetto di notifica sollevato dall’avvocato Daiana Bernardini il fascicolo era tornato in procura ma, nei giorni scorsi, l’avviso di conclusione delle indagini è stato nuovamente notificato e, trascorsi i venti giorni la procura procederà con la citazione diretta per rimettere in carreggiata il procedimento bloccato su cui incombe il rischio di prescrizione.
Alla base dell’accusa la perizia dell’ingegner Vincenzo Laudazi, professore di scienza delle costruzioni all’Accademia navale di Firenze. L’accusa ai tre è di aver "omesso di provvedere, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, affinché venissero eseguiti i lavori necessari al fine di rimuovere il pericolo costituito dal cattivo stato di conservazione del viadotto medesimo, derivante da carenza assoluta di manutenzione dello stesso".
Una situazione "resa palese ed evidente dal degrado delle parti strutturali che, nelle pile, si manifestava con la carbonatazione degli strati superficiali del calcestruzzo con distacchi e scopertura dei ferri longitudinali di parete, ossidati e con sezione degli acciai parzializzat e in alcuni casi la messa fuori funzione di alcune barre dell’armatura".
Secondo la perizia "gli apparecchi di appoggio delle travi dell’impalcato risultavano ancorate a baggioli fortemente degradati". Inoltre si legge che lo stato di pericolosità è aggravato dal fatto che il manufatto si trovi in "zona classificata ad elevato rischio sismico".
Siamo quindi alle porte di un processo che segue al sequestro nel gennaio del 2019. Una attenzione sul Puleto che è tornata centrale proprio in questi giorni, trascorsi i tre anni esatti dal sequestro, con i sindaci di nuovo in prima linea a far sentire la loro voce. Presenti alla manifestazione di pochi giorni fa il sindaco Marco Baccini di Bagno di Romagna, Enrico Salvi di Verghereto, Claudio Marcelli di Pieve Santo Stefano, Fabrizio Innocenti di Sansepolcro, Paolo Fratini di San Giustino e Luca Secondi di Città di Castello.
La richiesta dei sindaci continua ad essere anche quella di ridare vita all’unica alternativa alla E45 per non ritrovarsi di nuovo al blocco totale degli spostamenti. Parliamo della 3bis ormai non praticabile, ma sulla quale negli ultimi anni sono state manifestate dalla politica intenzioni di rimettere mano alla vecchia strada. "La nostra parte l’abbiamo fatta e continueremo a farla, esercitando ora il pressing sulla politica, perché svolga realmente il suo compito dopo le tante promesse non mantenute, né è questione di schieramenti politici. I soldi ci sono: è allora una questione di volontà", hanno sottolineato.