LUCA AMODIO
Cronaca

Arezzo, uccise la moglie malata sparandogli: parlano i testi della difesa

Ricomincia il processo per Alessandro Sacchi, accusato di omicidio volontario. Saranno sentiti in aula la psichiatra, i vicini di casa, gli amici e la badante

Alessandro Sacchi, a processo per omicidio volontario

Alessandro Sacchi, a processo per omicidio volontario

Arezzo, 30 gennaio 2025 – Processo Sacchi, si parte. Sarà il giorno dei testi della difesa. In aula verranno sentiti gli amici, i vicini di casa, la badante e la psichiatra Guendalina Rossi, dopo che è già stata attestata la semi infermità mentale dell’imputato.

L’obiettivo degli avvocati difensori è ricostruire il contesto familiare in cui viveva la coppia: Alessandro Sacchi, 80 anni, e Serenella Mugnai, 72 anni, erano compagni di vita, vivevano in viale Giotto. Il 20 giugno scorso lui sparò a lei, malata di alzheimer: un colpo alla testa con la pistola ereditata dal padre. Così la uccise.

“Non ce la faceva più”, disse l’uxoricida tra le lacrime alla polizia facendo riferimento agli ultimi periodi di convevivenza, giorno dopo giorno alle prese con la malattia di lei.

Gli agenti della squadra mobile lo arrestarono con l’accusa di omicidio volontario. Venne trasferito al carcere di Arezzo ma dopo poche settimane dall’udienza di convalida venne trasferito alla Casa Pia: un luogo più adatto ad un uomo della sua età. Da lì, poi il ritorno a casa, agli arresti domiciliari, ma solo in inverno, ormai alla vigilia del processo.

Processo che lo vede oggi imputato per omicido volontario. Quella che inizierà oggi alle 9.30 è la seconda udienza dopo la prima in cui si è solo calendarizzato e impostato il procedimento. Verranno sentiti in aula gli amici, i vicini di casa e la badante che nell’ultimo periodo si era occupata di alcune faccende domestiche.

L’obiettivo dei legali della difesa, Piero Melani Graverini e Stefano Sacchi (suo nipote), è quello di ricostruire il contesto di stress dell’ultimo periodo. Per questo, tra i testi della difesa, c’è anche la psichiatra Guendalina Rossi che prenderà parola dopo che il perito nominato dalla procura, il collega Massimo Marchi, aveva già messo nero su bianco che Sacchi soffrisse di un disturbo stress traumatico che gli aveva causato una mancanza della sua capacità di intendere e volere.

Tradotto: semi infermità mentale, una codizione che sicuramente varrà come attenuante quando si dovrà stabilire la pena ma che non portò né al proscioglimento né permise a Sacchi di optare per il rito abbreviato che porta alla riduzione di un terzo della pena in casi di condanna.

Questo perchè il reato per cui si trova imputato in corte d’assise, davanti anche a sei giudici popolari, prevede come pena massima l’eragstolo che esclude la possibilità di riti alternativi. Fatto sta che il processo si sta impostando un po’ come un rito abbreviato di cortesia, con il pm Marco Dioni che non ha chiesto di voler esaminare alcun testimone. Adesso, il prossimo obiettivo per la difesa è scendere sotto i 10 anni.