Montevarchi (Arezzo), 2 ottobre 2023 – ”Quanto è ingiusta la vita. Dio mio, non abbandonare la mia famiglia in questo momento. Fratello mio, abbraccia nostro padre, là dove il cielo brilla di più. Fino a quando non ci incontreremo di nuovo". Sono le parole, cariche di dolore, che Laura, la sorella di Joel Ramirez Seipio, affida ai social. Lei ha scoperto la tragedia da lontano, e su Facebook riversa lo strazio di chi non si capacita e piange la perdita di un giovane uomo, padre di due bambine.
"Perché se ne vanno sempre le persone buone e mai chi fa del male?". È la domanda che tutti, qui a Montevarchi si fanno, l’interrogativo lacerante a cui nessuno riesce a dare una risposta.
La comunità dominicana valdarnese è sotto choc per la morte di Joel Ramirez Seipio. Ieri mattina quelli che lo conoscevano si sono dati appuntamento davanti ad un negozio di generi alimentari in fondo a via Ammiraglio Burzagli, a pochi passi dalla stazione e dalle logge di piazza Vittorio Veneto. Un punto d’incontro per tanti, nei giorni di festa e dopo l’uscita da lavoro al pomeriggio. Non appena saputa la notizia della tragedia, nel piazzale della discoteca di Terranuova, intorno alle 9 di ieri mattina, si sono precipitati all’ospedale del Valdarno in cerca di notizie e della verità. Era tanto lo sconcerto che non volevano crederci, non riuscivano a pensare che potesse essere tutto vero. Avevano bisogno di prove, di certezze, perché non poteva essere Joel il ragazzo morto al pronto soccorso dopo una lite scaturita per futili motivi. I medici hanno tentato di salvarlo ma la ferita alla gola non ha lasciato scampo al giovane operaio.
Le forze dell’ordine li hanno allontanati perché tutti in ospedale non potevano stare. E allora sono tornati indietro e lo shop alle porte del centro storico è diventato un luogo di commiato, di ricordi, di un dolore condiviso con tantissimi montevarchini che hanno visto crescere quel bambino arrivato da Santo Domingo con la famglia e diventato in fretta un giovane uomo.
Tanti dominicani e valdarnesi sono qui, immobili sul marciapiede con gli occhi gonfi di dolore. C’è chi arriva per le condoglianze, chi per un abbraccio, chi vuole sfogarsi perché non riesce a metabolizzare quanto successo e chi ancora, spiazzato dalla durezza della realtà, improvvisa un brindisi a Joel e alla sua memoria. Perché lui avrebbe voluto così, sempre solare e disponibile con tutti, è il commento che rimbalza tra i capannelli di persone. "È un fatto che ci lascia senza parole - racconta Wilson - qui lo conoscevamo tutti. Non riusciamo a spiegarci come possa essere successo. Joel era uno dei ragazzi più bravi al mondo e amava immensamente la figlia". "Sono scossa - aggiunge una ragazza -. È il motivo per cui ho smesso di andare in discoteca il fine settimana. Non mi sento più sicura perché quello che è capitato a Joel poteva succedere a chiunque di noi. Bastano veramente cinque minuti per distruggere un’intera esistenza". I commenti diventano un fiume in piena. "Le liti ci sono sempre state dentro e fuori dai locali notturni - spiega un ragazzo di origini albanesi che conosceva la vittima da quando erano entrambi ragazzi - adesso però ho paura perché chi incontri reagisce con l’intento di uccidere. Si oltrepassa troppo spesso il limite".
Una signora ricorda Joel come se fosse stato suo figlio: "Era sempre puntuale e preciso al lavoro. Oltretutto era un grande sportivo, che ha sempre messo la famiglia al primo posto. La nostra comunità è sconvolta".
In serata, da oltreoceano arrivano le parole di Laura Seipio. La preghiera che la sorella affida a un post sui social è intrisa di dolore e di speranza. È lo strazio nel giorno delle lacrime, quello più buio e freddo. Come l’alba che per Joel è durata un lampo.
Intanto, è ancora caccia all’assassino da parte dei carabinieri che per tutta la giornata di domenica hanno cercato di ricostruire quanto accaduto.