Erano tranquilli: l’azienda andava bene e il lavoro c’era. Poi un “piccolo” dettaglio burocratico: un’asta per la vecchia impresa che sembrava un ostacolo facilmente superabile. Così non è stato e i 14 lavoratori della Hsg di Castel San Niccolò sono adesso appesi a un filo. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro in prefettura: Clemente Di Nuzzo ha manifestato l’intenzione di convocare al più presto l’amministratore unico dell’azienda che ha vinto la gara e cioè la Toro Wood Invest che ha sede a Stia e che si occupa della commercializzazione di combustibili. La Hsg è un’attività che occupa 14 lavoratori con professionalità e macchinari di alto livello che consentono a questa realtà di operare al servizio dell’alta moda e del lusso.
Ecco alcune delle loro storie. Andrea ha 43 anni e alle spalle una vita cucita con il filo di lana. Aveva cominciato a fare piccoli lavori al Lanificio del Casentino durante le vacanze scolastiche. Poi un corso di meccanica per imparare a montare i telai. Quindi l’assunzione alla Vignali, l’azienda dalla quale ha Hsg ha rilevato l’attività. “Nel 2022 i segnali di crisi erano evidenti e colsi l’opportunità di lavorare in un’altra azienda. Poi apparve la Hsg e iniziai a pensare al rientro. Ho sempre preferito un’impresa tessile a una meccanica e la nuova azienda aveva risanato la vecchia situazione. Decisi quindi di rientrare”.
Due mesi e poi la beffa. La Hsg perde la gara e Andrea si ritrova su un traballante pavimento occupazionale. “È incredibile. Qui si lavora fino alle 12 del sabato e si riprende alla 22 della domenica. Mai una sospensione del lavoro, mai un’ora di cassa integrazione. Il comparto della moda è in crisi e noi rappresentiamo un’eccezione. Dobbiamo andare a casa per far posto ai sacchi di carbone? La giustizia e la politica non possono permettere una cosa del genere”.
Mikhail ha passato tutti i suoi 10 anni di lavoro in questo stabilimento: prima con Vignali e poi con Hsg, 30 anni, russo da 20 in Italia. Un passaggio nella cooperativa sociale Koinè e quindi tutta la trafila: tirocinante, apprendista, operaio. “Ho imparato tante mansioni e ho lavorato anche durante la pandemia Covid. Qui si facevano e si fanno 8 ore ma potremmo farne 16 e il lavoro ci sarebbe comunque. Non può essere un’asta perduta per poche migliaia di euro a far saltare tutto e a farci perdere il lavoro”.
Samuele è il “dispositore tessile”, si occupa cioè dell’organizzazione del lavoro. Anche lui ha attraversato la storia tessile del Casentino: Lanificio, Vignali, Hsg. “In questi anni tutti noi siamo professionalmente migliorati. Non a caso la Hsg lavora per marchi del lusso. Non c’è veramente alcuna ragione perché si debba chiudere questa attività. La società che ha vinto l’asta qui non si è mai vista ed è quindi evidente che non intende certo occuparsi di questo settore. Noi vogliamo continuare a lavorare e contiamo anche sulla solidarietà delle istituzioni”.