“Le sere prima della tragedia”. Tra gli amici dell’operaio morto: strazio per la fine di Marco Ricci

“Da buon romano aveva sempre la battuta pronta”. Il dolore del sindaco: “Grave perdita”. Indagini sul rispetto delle misure di sicurezza. Domani il rientro della salma, poi i funerali

Marco Ricci morto mentre lavorava al memoriale del Ponte Morandi

Marco Ricci morto mentre lavorava al memoriale del Ponte Morandi

Sansepolcro (Arezzo), 6 ottobre 2024 – La maledizione del Ponte Morandi di Genova: sei anni fa la tragedia, adesso una vittima sul lavoro ad essa comunque collegata, poichè si stava allestendo il Memoriale per ricordare le vittime di quel disastro.

Più persone hanno tratto questa conclusione ieri a Sansepolcro nel commentare la scomparsa a soli 39 anni di Marco Ricci, il ragazzo che era salito da Roma in Valtiberina e che nella cittadina biturgense aveva trovato impiego nell’azienda di carpenteria metallica, arrivando a ricoprire il ruolo di capofficina. Non lo conoscevano in molti, ma questo non ha certo attenuato lo sgomento della città per una morte assurda, l’ennesima di una serie che in Italia non accenna ancora a spezzarsi. Inutile dire “mai più”: le tragedie continuano a verificarsi.

Siamo andati nel locale che Marco era solito frequentare, dove nel primo pomeriggio di ieri si erano ritrovati alcuni dei ragazzi e ragazze con i quali aveva stretto amicizia e che non riescono ancora a credere a quanto successo. Accettano di parlare di lui, a patto di mantenere l’anonimato.

“Siamo stati i primi a fare conoscenza con Marco quando una quindicina di anni fa è venuto al Borgo – sottolineano – e da allora siamo rimasti sempre in contatto: era un gran lavoratore e una persona eccezionale, di quelle da frequentare. Amava scherzare e, da buon romano, aveva sempre la battuta pronta. Il nostro sembra essere il classico ricordo di circostanza perchè ora non c’è più, ma credeteci: Marco era realmente tutto questo e la vita è spesso crudele!”.

Sui loro volti si leggono la tristezza e un senso di impotenza; nel gruppo c’è anche un collega di lavoro, che conferma quanto evidenziato dagli altri: “Anche in azienda i rapporti erano ottimi – aggiunge – perchè era un bravo operaio e un giovane molto buono anche di carattere”. Pur vivendo solo, dal momento che i genitori erano rimasti a Roma e – a quanto risulta – non aveva una fidanzata, si era comunque creato un contesto sociale davvero importante con la gente del Borgo ed era benvoluto da tutti.

Anche l’amministrazione comunale di Palazzo delle Laudi ha ritenuto doveroso uscire con una propria nota e il sindaco Fabrizio Innocenti ha insistito sul problema di fondo: “Una catena che pare purtroppo senza fine e che rende ormai irrimandabile affrontare con decisione la questione di tutela della massima sicurezza sui luoghi dove si lavora e dove invece si incontra la morte. Ai familiari dell’uomo le nostre più sentite condoglianze e la vicinanza dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità, ancora colpita da un lutto devastante”.

La salma di Marco Ricci si trova ancora a Genova per una serie di accertamenti disposti dalla procura che ha aperto un’inchiesta sulla tragedia. La salma del trentanovenne dovrebbe far rientro nella giornata di domani. Intanto vanno avanti le indagini per ricostruire la dinamica del fatale incidente e soprattutto per capire se vi siano state eventuali negligenze da parte di chi aveva la responsabilità in materia di sicurezza.

Secondo una prima ricostruzione, Ricci stava lavorando con un collega vicino a un ascensore in costruzione. L’operaio stava camminando all’indietro per trasportare una delle griglie assieme al collega; avrebbe appoggiato il piede su una tavola non ancorata e il suo movimento improvviso gli ha fatto perdere l’equilibrio. L’uomo è caduto dentro il vano delle scale facendo un volo nel vuoto di tredici metri. È probabile che nella giornata di domani i magistrati che coordinano le indagini dispongano l’autopsia per chiarire le cause della morte e acquisire elementi utili all’attività investigativa.