Orafi pronti a difendere il distretto. Giordini: "Fango su tutto il settore ma sono soltanto situazioni isolate"

La presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confidunstria Toscana Sud risponde al servizio "Se ci sono realtà marce vanno immeditamente estirpate. La maggior parte ha certificazioni di qualità".

Orafi pronti a difendere il distretto. Giordini: "Fango su tutto il settore ma sono soltanto situazioni isolate"

Non usa giri di parole la presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud, Giordan Giordini

"Non mi sembra corretta il quadro che esce dal servizio de La7. Non condivido questa generalizzazione con la quale si è gettato fango su un settore fatto da aziende di lavoratori seri che da anni portano avanti le proprie aziende con sacrificio, apportando un notevole contributo anche all’economia nazionale" ha commentato Giordana Giordini, presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud. "Ma, è ovvio, che se ci sono realtà marce vanno immediatamente estirpate" continua.

"Ritengo che la realtà sia molto meno tragica di come è stata dipinta dal servizio". Servizio parla chiaro: operai stranieri costretti a lavorare sette giorni su sette, 14 ore al giorno. Qualcuno racconta di essere stato obbligato a pagare fino a 4.600 mila euro per farsi regolarizzare, dietro minacce e vessazioni. Altri di dover ogni mese consegnare al capo 400 euro dalla propria busta paga. Uno sfruttamento che da tempo avrebbe preso piede in una parte del settore orafo, quella che opera in conto terzi.

"Non può una realtà, o poche, gettare fango su tutto il settore come se fossimo tutti delinquenti" aggiunge Giordini. Un settore, quello del distretto orafo di Arezzo, che, ricordiamo, ha brillato nel 2023, come primo produttore ed esportatore, e "continua nel segno positivo nonostante le mille difficoltà di un prezzo dell’oro in continua ascesa, i due conflitti, e le incertezze che ne conseguono" prosegue la presidente della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria Toscana Sud.

"Come rappresentante della consulta parlo a nome di tutti: siamo allibiti e allucinati e pronti a difendere a spada tratta tutte le aziende che rappresentiamo. La maggior parte delle 1.200 aziende del settore ha certificazioni di qualità che garantiscono sia la bontà dei prodotti che le condizioni dei lavoratori. Se tra le 200 ditte esterne ce n’è qualcuna che non rispetta la regole, deve essere sanzionata e chiusa" continua Giordini.

"Se c’è anche solo una realtà di illegalità, chi di dovere deve intervenire. E chi è vittima di questo sistema deve denunciare".

Una linea di condotta che negli studi di "L’aria che tira" ha ribadito anche il presidente della Commissione lavoro della Camera dei deputati, Walter Rizzetto, esponente di Fratelli d’Italia: "Capisco che è difficile ma l’unico modo per portare alla luce del sole certe pratiche criminali è denunciare".

"Chiediamo quindi a chi di dovere di effettuare controlli, più controlli. Non spetta certo ai giornalisti notare che la notte le luci di alcune aziende sono accese. Il distretto si mette a disposizione delle forze dell’ordine per aiutare a trovare una soluzione alla terrificante situazione emersa dall’inchiesta giornalistica".

Gaia Papi