Arezzo, 7 novembre 2024 – Effetto Trump sull’oro di Arezzo. Se la politica dei dazi dovesse essere confermata dal nuovo inquilino della Casa Bianca quale sarà l’impatto per le aziende aretine? I numeri parlano chiaro: gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di riferimento per l’oro aretino dopo Emirati Arabi e Turchia e il volume di affari segna un balzo in avanti del 16,2% rispetto al 2023. Trend importante per il primo distretto produttivo italiano, il più grande d’Europa con 1200 aziende e oltre novemila addetti. Gli imprenditori guardano ai mercati e al momento non mostrano preoccupazione.
Giordana Giordini, presidente della consulta orafa e della sezione oreficeria e gioielleria di Confindustria, è ottimista: “Da anni stiamo convivendo con i dazi americani. Non credo che adesso verranno abbattuti, nè abbassati, ma se il mercato americano interno riprenderà in modo forte, come da Trump prospettato, avremo dei vantaggi anche noi”. Anche per Luca Parrini, alla guida di Confartigianato Orafi nazionale, non c’è eccessivo timore: “I dazi nel nostro settore esistono da sempre, sono il 5%. È stata a lungo una nostra battaglia. Certo, un aumento sarebbe l’ennesima batosta per un settore già in difficoltà. Ma confidiamo nel fatto che non tutte le promesse elettorali vengono mantenute” sorride. Se la vittoria del candidato repubblicano è stata ben accolta dai mercati finanziari, tutti in rialzo, va meno bene per le oscillazioni del pezzo dell’oro.
“Adesso è sceso di un euro, speriamo prenda una china di stabilità, è quella di cui abbiamo bisogno. La stabilità della prima economia del mondo potrebbe portare stabilità nell’oro” spiega Parrini. Gli fa eco Giordini: “L’oro sta scendendo, invece la borsa è in risalita, potrebbe essere un dato positivo per il distretto orafo aretino che lavora molto con il mercato americano”.
Dazi, ma non solo, gli analisti guardano anche agli scenari geopolitici che potrebbero delinearsi con il cambio della guardia alla Casa Bianca. Un tema rispetto al quale gli imprenditori aretini non manifestano particolare preoccupazione.
“Trump nella scorsa legislatura ha dato vita ad un’economia forte, che ha portato ripercussioni positive anche sul mercato dell’oro, ci auguriamo che possa ripetersi. È stato uno degli ultimi presidenti nel cui mandato non ci sono state guerre, quelle che creano sbalzi del prezzo del metallo, incertezze e difficoltà. Al settore serve solo stabilità ed economia di mercato” spiega Mauro Benvenuto, presidente Cna orafi Arezzo e Toscana.
Anche Giordini è sulla stessa lunghezza d’onda: “Credo che Trump risolverà velocemente la crisi geopolitica con la risoluzione di almeno un conflitto”.
Sui dazi, dunque, il quadro è in movimento ma al momento gli addetti ai lavori non vedono nuvole all’orizzonte: “Innanzitutto non è ancora detto che riguarderanno l’oro, e comunque l’export dell’oro è a rischio solo quando il valore dei metalli impazzisce: è quello che danneggia veramente il mercato” conclude Benvenuto.