ANGELA BALDI
Cronaca

"Oro. Tesoro, Bellezza, Luce e Vita": tutto nelle opere di Filippo Rossi

Ad Arezzo prosegue fino al 6 aprile, una mostra per esplorare i significati dell’oro nell’arte attraverso i secoli. E’ ospitata...

Ad Arezzo prosegue fino al 6 aprile, una mostra per esplorare i significati dell’oro nell’arte attraverso i secoli. E’ ospitata...

Ad Arezzo prosegue fino al 6 aprile, una mostra per esplorare i significati dell’oro nell’arte attraverso i secoli. E’ ospitata...

Ad Arezzo prosegue fino al 6 aprile, una mostra per esplorare i significati dell’oro nell’arte attraverso i secoli. E’ ospitata negli spazi della Fraternita dei Laici "Oro. Tesoro, Bellezza, Luce, Vita", personale dell’artista Filippo Rossi a cura di Mons. Timothy Verdon. L’utilizzo dell’oro contraddistingue da oltre 30 anni la ricerca artistica di Rossi, declinato in prospettive sia materiali che estetiche, sia teologiche che cosmiche. In questo l’artista si rimette ai maestri di cui scrisse Giorgio Vasari, i quali nell’oro vedevano ricchezza materiale e ornamento, ma anche metafora di illuminazione spirituale e pienezza esistenziale. Non a caso l’esposizione si inserisce nell’ambito di "Arezzo. La città di Vasari", sistema di celebrazioni per rendere omaggio al maestro aretino nei 450 anni dalla morte, promosso da Comune di Arezzo e Fondazione Cr Firenze con Fondazione Guido D’Arezzo, in collaborazione con Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, Gallerie degli Uffizi, con la curatela del comitato scientifico presieduto da Carlo Sisi. Catalogo edito da Leonardo Libri Polistampa (ingresso gratuito, info www.vasari450.it). Quattro gli ambienti attraverso cui si articolerà la mostra: "un percorso conoscitivo oltre che emotivo – come lo definisce l’artista stesso – dai secoli descritti dal Vasari fino al presente, mettendo in evidenza i valori che l’oro ha rappresentato". In ogni spazio le opere di Rossi affrontano l’oro da un punto di vista diverso, in dialogo con grandi capolavori del passato, in riproduzione. Nella prima sala, quella del "Tesoro", un dettaglio de "La miniera d’oro" di Jacopo Zucchi, discepolo e collaboratore di Vasari, farà da contrappunto a opere scultoree e dipinti di Rossi focalizzati sull’attrattiva fisica dell’oro, patrimonio di pochi che costa la fatica di molti. Si passa al secondo ambiente, dedicato alla "Bellezza". La connessione tra oro e avvenenza è un tema antico, Rossi applica una foglia d’oro su materiali diversi.